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NEWSLETTER
Fondazione Mago Sales

MISSIONARIO: DON GIANNI UBOLDI (Padre salesiano)
Salesians Of Don Bosco
Bombo - Namaliga
P.O. Box 10117
Kampala - Uganda

NOTIZIE GENERALI SULL'UGANDA
Un tempo l'Uganda vantava un grande primato: era tra gli stati più ricchi dell'Africa. Era considerata la "Svizzera" del Continente nero. Recentemente (dal 1983, a seguito di una guerra e di una rivoluzione, il paese si è fortemente impoverito). I grandi commercianti indiani, perché scacciati, hanno lasciato il paese e questo è precipitato in una miseria estrema. Pur essendo proprietari di grandi centrali idroelettriche sul lago Vittoria e sul Nilo, ora sono debitori verso altri paesi per milioni di dollari. Ora la situazione politica è cambiata… non quella sociale. Per portare un aiuto alla popolazione giovanile, la più duramente colpita da questa situazione di povertà, a cominciare dal 1989, sono giunti i Salesiani di don Bosco. Attualmente hanno due opere: una a Bombo e l'altra (la più recente) a Kamuli. L'Associazione mago Sales ha adozioni in entrambe le case.

NOTIZIE DELL'OPERA SALESIANA
Bombo Namaliga in un certo senso fa parte della cintura sub-urbana della Capitale Kampala. Durante la guerra civile che ha portato il Presidente Museveni al comando della Nazione, Bombo - e l'intero distretto di Lowero di cui Bombo fa parte - venne distrutta quasi completamente dall'esercito di Idi Amin. Infatti i guerriglieri dell'esercito di liberazione si erano rifugiati in Lowero e da qui sferrarono l'ultimo attacco che fece capitolare Idi Amin, la Capitale e gli fece consegnare il governo del paese a Yoweri Museveni, che dal 1985 è al comando del Paese.
Da allora la ricostruzione del distretto e della città di Bombo è ricominciata molto lentamente: la strada principale venne ricostruita, tagliando però fuori la cittadina di Bombo, che ora si presenta abbandonata, segno di un passata ricchezza non più possibile. Bombo rimase famosa per decenni - prima della guerra - per una numerosa comunità di indiani goanesi stabilitisi in una specie di colonia per lo più dedicati alla sartoria.
Quanti da Kampala potevano permettersi un vestito di gala, facevano visita a Bombo per un perfetto vestito su misura. Di qui venne disegnato il vestito "tradizionale" che la donna ugandese ancora orgogliosamente veste durante le domeniche e le altre feste. La più grande caserma della Nazione trovò collocamento in Bombo, dove Idi Amin aveva stazionato un contingente di Sudanesi, mussulmani e fedeli al suo Governo.
I Sudanesi che vennero con le loro famiglie sono ancora qui, ma non più parte dell'esercito, abbandonati come veterani di guerra e nemici della nuova Nazione.
Le caserme non portano sviluppo alla zona: le provvigioni vengono direttamente da Kampala.
I militari hanno portato immoralità, insicurezza e accresciuto il livello dell'infezione di AIDS. (Lo scorso 4 marzo 2000, una ragazza di 16 anni venne uccisa a colpi di pistola da un militare perché oppostasi alle richieste sessuali dell'aggressore. Era una ragazza della nostra scuola superiore!).
Gli abitanti della cittadina di Bombo sono 55.000 - se si esclude il contingente militare di altri 6.000 -,vivono di agricoltura per il loro fabbisogno giornaliero. La dieta è molto semplice e monotona: il cibo preferito sono le banane bollite e ridotte a poltiglia, servite con una salsa di arachidi.
Piccoli negozi popolano la strada e il tradizionale mercato: tutti vendono gli stessi effetti, strettamente correlati con il fabbisogno quotidiano (carne, pesce, vestiti e scarpe).
Qualcuno svolge qualche attività commerciale: preparazione di mattoni (cotti al sole per i più poveri, cotti alla fornace per chi se lo può permettere), cave di pietre da costruzione, falegnami, qualche negozio di materiali da costruzione e gli immancabili bar, punto di riferimento dei militari e dei consumatori di birra, dagli occhi sempre lucidi e dalle pupille dilatate.
I cattolici, nati dalla comunità degli indiani goanesi, già avevano costruito una cappella, che si era poi manifestata incapace ad ospitare la crescente comunità cattolica.
I padri Bianchi costruirono quindi una chiesa più spaziosa e una piccola residenza dove il Padre poteva rimanere per qualche giorno e incontrare i fedeli per le solite necessità e pratiche d'ufficio.
Durante la guerra (1972-1985) i padri abbandonarono la missione.
Gli indiani goanesi dovettero abbandonare il Paese su ordine di Idi Amin che li accusò di spogliare l'economia ugandese privando i nativi delle loro risorse. Chiesa e canonica vennero quindi abbandonate per più di un decennio. I Salesiani giunsero a Bombo nel 1988 invitati dal Cardinale di Kampala. Erano cinque padri polacchi, giovani e di grandi desideri missionari. In poco tempo ricostruirono la casa canonica e rifecero il tetto, ormai pericolante, della chiesa. L'edificio della chiesa venne dedicato a Maria, Regina dei Martiri dell'Uganda.

Dopo dieci anni i pionieri hanno lasciato Namaliga (uno morì d'arresto cardiaco lo scorso Agosto 1999, a soli 44 anni), tutti destinati ad altri avamposti missionari, lasciando dietro di sé:
1. Una parrocchia con 12 stazioni. Ciascuna stazione con una cappella -usata come asilo per i più piccoli durante la settimana - e una scuola elementare per i ragazzi e ragazze della zona.
2. Un centro professionale per 150 giovani (ragazzi e ragazze) che imparano un mestiere. Di questi metà sono residenti nella scuola stessa. Sono tutti ragazzi e ragazze poveri che non hanno avuto mezzi per continuare la loro educazione nella scuola superiore. Molti di loro sono orfani, in custodia presso parenti e zii (pratica diffusa e accettata tra i Baganda, il gruppo etnico più numeroso nella zona). Il centro e' aperto a tutti.
3. Una scuola superiore per 350 ragazzi e ragazzi. Di questi la metà sono della zona, l'altra metà sono interni provenienti da ogni parte del Paese. La scuola superiore dura quattro anni. Ci danno una mano nella scuola tre suore indiane della congregazione delle Suore del Cuore Immacolato di Maria, una congregazione nata in Francia. L'ammissione è aperta a tutti e una partecipazione finanziaria è richiesta dalle famiglie che pagano una minima retta.
4. Una organizzazione polisportiva per ragazzi e ragazze della zona che partecipano ad allenamenti e tornei zonali con discreti risultati. Lo scopo è chiaramente di tipo associativo e sportivo: aperta a tutti senza discriminazione di nessun genere. Il classico oratorio salesiano.
5. Una clinica con servizi sanitari di vario genere: da programmi di immunizzazione a corsi di medicina preventiva nei vari villaggi. Da piccoli interventi chirurgici a sala parto e degenza per qualche giorno; da laboratorio di analisi a dispensario di medicine. Anche qui le Suore sono di grande aiuto. I malati di AIDS trovano qui un laboratorio analisi, una consulenza medica e un sostegno psicologico e una assistenza a casa nella fase terminale della malattia.

Tutte queste attività sono rivolte ai poveri. I costi contenuti per offrire questa possibilità a chi non ne avrebbe altrimenti.

LETTERA DI DON GIANNI UBOLDI, MISSIONARIO SALESIANO IN UGANDA
Bombo: 01 novembre 2004

Oggi alla fine della Messa raccolgo i cestini delle offerte. In uno ci sono delle cipolle e un bel grosso cavolo. In un altro un mazzo di insalata. In un altro ancora delle uova. Nell'ultimo, frutto della raccolta di soldi durante la Messa, c'erano delle monete, due caramelle e un biglietto. "Caro
don Gianni. Grazie per quello che fai per me. Quest'anno io faccio l'esame dell'ottava (terza media). Ce la metterò tutta per far felice te e il mio sponsor. Tua Agnes".
Questi piccoli segni di riconoscenza mi incoraggiano a continuare a stare qui, anche quando si fa difficile.
Quest'anno anch'io sono stato promosso… ma non a scuola, che l'ho finita da un bel po'. Sono stato promosso parroco della nostra Parrocchia. Sono contento di questo mio nuovo lavoro. Spero di divertirmi e di non annoiare gli altri.
Una delle mie responsabilità è quella di seguire I bambini e ragazzi poveri, sponsorizzati da tanti amici dall'Italia e dalla Polonia. Infatti sono circa 500 (456 per essere esatti): 326 che studiano nella elementare e il resto nelle scuole superiori o professionali. Non è così facile come può sembrare: qui le distanze sono grandi, le scuole sono anche in posti incredibili. Ieri dopo un grande acquazzone non sono riuscito a tornare a casa. La macchina si è bloccata su un fosso. e non c'era il segnale del cellulare per chiamare gli altri ad aiutarmi. Sono stato lì per due ore finché un gruppo di tre ragazzotti mi hanno dato una mano e un piede a spingere la jeep.
Grazie a tutti voi che mi aiutate a sostenere questi bambini e ragazzi/e.
Lo scorso anno con gli amici di Mago Sales siamo riuscito a completare una scuola elementare per i ragazzi e le ragazze di Buvuma. Ora la scuola funziona bene: ci sono più di trecento
bambini, otto insegnanti, una cuoca per il pranzo, un guardiano con arco e frecce per tener lontano ladri e scimmie. Quando vado a trovare i bambini, mi corrono in contro con un bel sorriso sulla faccia che mi fa dimenticare tutti I miei problemi. Ma si la vita è bella. Me lo insegnano I bambini. Quest'anno si e' scavato un pozzo ( vi abbiamo trovato acqua buona e tanta) e una serie di latrine per I bambini. Ora sto cercando di registrare la scuola con il ministero della Pubblica istruzione per
avere le paghe degli insegnanti.
Grazie a chi ci ha aiutato a costruire questa bella scuola, dedicata a San Domenic Savio.
Quest'anno invece ho completato l'ostello per le ragazze della nostra scuola superiore e la professionale. Verrà inaugurato alla fine di novembre 2004 per 150 ragazze povere che non possono frequentare la scuola da lontano. Potranno così studiare meglio, con la luce elettrica e divertirsi con le loro amiche.
Anche questo e' stato possibile con l'aiuto di amici del Mago Sales.
Ora ci sono altri sogni che poco alla volta si potranno realizzare: una scuoletta di quattro classi a Buyego, un asilo a Namaliga, due cappelle a Nyimbwa e Kibibi, gli strumenti nuovi per la banda, le uniformi per il coro dei bambini/e..tanti bambini e bambine da aiutare perché possano studiare e imparare un mestiere.

Buon Natale e un grosso abbraccio a tutti.
Don Gianni

 

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