IL MAGO SALES HA REGALATO UNA BACCHETTA MAGICA A PAPA FRANCESCO
Don Silvio Mantelli, in arte mago Sales, il 16 giugno 2016, insieme ad una delegazione di 150 illusionisti, ha partecipato all’udienza con il Santo Padre in occasione del giubileo degli artisti dello spettacolo viaggiante e popolare.
Prima dell’udienza, don Silvio ha eseguito nella sala delle udienze, un gioco di prestigio con un libro che si colora, ricordando i sogni dei bambini del mondo a cui ha regalato un sorriso in cambio di un pezzo di Paradiso.
Molto commuovente è stato l’incontro con il Santo Padre, a cui don Silvio ha regalato una bacchetta magica e un cappello a cilindro, rigorosamente bianco. Papa Francesco non ha esitato a indossare il cappello da prestigiatore e, tenendo in mano la bacchetta magica, ha impartito la sua santa benedizione allo stesso mago Sales, augurandogli di continuare a fare le grandi magie che interessano al mondo: la meraviglia, la serenità e la gioia soprattutto verso i più piccoli e dimenticati.
“I vostri spazi di lavoro - aveva detto Papa Francesco, nel discorso di accoglienza -possono diventare luoghi di aggregazione e di fraternità. Perciò vi incoraggio ad essere sempre accoglienti verso i piccoli e i bisognosi; ad offrire parole e gesti di consolazione a chi è chiuso in sé stesso, ricordando le parole di san Paolo: «Chi fa opere di misericordia, le compia con gioia”. Come disse san Giovanni Paolo II, voi potete «far nascere il sorriso di un bambino e illuminare per un istante lo sguardo disperato di una persona sola, e, attraverso lo spettacolo e la festa, rendere gli uomini più vicini gli uni agli altri». Don Silvio aveva già offerto, in precedenti occasioni, una bacchetta magica a Papa Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI.
Non poteva certo mancare Papa Francesco, il Papa del sorriso e della tenerezza. Il sogno di don Silvio è ora quello di far ancora sorridere papa Francesco, attorniato da tanti bambini del mondo, con un suo spettacolo di magia, lo stesso spettacolo che nel 1995 aveva regalato a Madre Teresa nel piccolo cortiletto della casa madre a Calcutta.