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PROGETTO CORNO D'AFRICA

(Emergenza cibo)
inizio progetto: Agosto 2011
 
1. BILANCIO DELLA RACOLTA FONDI (dall’8 agosto al 6 settembre 2011)
 
Fino ad ora sono stati raccolti:  8029,94 Euro, così suddivisi:
                                             4316,00 beneffattori vari
                                             2233, 74 Manifestazione dello Smils Show a Cherasco
                                             1479,20 Spettacoli mago Sales nelle parrocchie
Tale somma è stata raccolta in un solo mese: dall'8 agosto al 6 settembre ed è al netto (sono state detratte le spese e i costi relativi all’organizzazione delle varie manifestazioni).
Grazie per il vostro aiuto, di tanti, di tutti.
Varie organizzazioni stanno appoggiando la Fondazione nel dare vita a interessanti manifestazioni per raccogliere fondi per questa emergenza.
Ad esempio l'Associazione "Uribe" di Caselette (To) ha organizzato per la sera del 15 ottobre 2011 uno spettacolo, il cui incasso andrà interamente per sostenere questo progetto umanitario.
 
 
La raccolta continua con urgenza
 E’ necessario portare cibo fino a Febbraio 2012. Urgenza è non far morire le persone, quelle persone, con un loro nome e una loro storia.
Gli aiuti, come è già stato proposto, verranno dati ad una organizzazione che da anni già agisce nel sud dell’Etiopia e nel nord del Kenya: i missionari Salesiani, pronti a garantire i necessari soccorsi e sostenere le attività di emergenza.
 
Vi ricordo che con
 
Con 25€ assicuri il trattamento di purificazione 5000 litri di acqua
Con 50€ fornisci acqua potabile a 20 persone per 1 settimana
Con 100€ offri da mangiare a 3 famiglie di 5 persone per 1 mese
Con 500€ regali un trattamento nutrizionale contro la malnutrizione a 60 bambini
 
 
 
2. SITUAZIONE DEL CORNO D’AFRICA
Situazione drammatica
La situazione è drammatica. Sono milioni le persone colpite da siccità e carestia.
Sono 3 milioni le persone che rischiano di morire di fame in Somalia. In Etiopia, specie nella regione dell'Ogaden, si calcolano attorno ai 4 milioni le persone che hanno estremo bisogno di cibo. In Kenya, l'insicurezza alimentare interessa 3,5 milioni di persone. Oltre 10 milioni di persone nel Corno d'Africa stanno combattendo contro lo spettro della fame.
Circa 1.300 rifugiati somali arrivano ogni giorno nei campi profughi di Dadaab, nella regione nord-orientale del Kenya. Fuggono dalla fame e dalle conseguenze di lunghi anni di guerra civile. Da settimane, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur), che gestisce i tre campi di Dagahaley, Ifo e Hagadera, sta lanciando appelli alla comunità internazionale perché intervenga con aiuti umanitari.
 Le ong parlano di "tragedia umanitaria", di "carestia del secolo". Anche il Papa ha chiesto una mobilitazione internazionale.
 
Cause di questa povertà
Le cause non sono da addebitarsi unicamente al clima e alla mancanza di piogge,
Don Gigi, missionario Della Consolata e direttore della rivista. “Missioni Consolata”, che ha passato gran parte della sua vita in Kenya, afferma che le cause della povertà nel corno d’Africa sono soprattutto di tipo sociale, dovute a scelte politiche ben definite: ad esempio: la mancanza di strade e di comunicazioni fa salire il costo del cibo che scarseggia in determinate aree (Il mais è passato da 40 centesimi a 1,50 euro. A Nairobi, l’acqua costa 1 Euro ogni venti litri). In politica la corruzione è ai massimi livelli: si comprano i voti, si fomenta la violenza tra le varie tribù. Il più delle volte i soldi della solidarietà internazionale non arrivano ai poveri. Vanno nelle tasche di pochi e i politici non fanno nulla. Speculano in borsa.
Guadagno mensile medio di un operaio o insegnante è di 65 Euro al mese
Con un simile salario di sussistenza, non ci si può ammalare, nè mangiare tre volte al giorno, né prendere il treno o l’auto. Il povero diventa sempre più povero.
I poveri, per mancanza di cibo, diventano passivi, apatici, non hanno più interessi. I grandi non sono più capaci a reagire allo sfruttamento. I bambini sono bloccati nella crescita intellettuale. La fame diventa un business; con questa situazione di forte precarietà si sottomettono i poveri.
 
Una tragedia che colpisce anche noi
Non si può restare indifferenti di fronte alla fame di tanti figli di Dio, soprattutto bambini.
Don Silvio ha visto e conosciuto la povertà dei suoi figli e ci dice: “Il povero per essere vivo deve avere un nome, deve essere davanti a te. Non può restare un numero. Quando leggiamo che 15 milioni di esseri umani soffrono la fame, il povero diventa un povero tra i tanti, mescolati in questa anonima statistica che, troppo facilmente, ci lascia indifferenti.
I poveri hanno sempre un nome: Ester è una bambina di 9 anni, ancora al primo ciclo delle elementari. bocciata, perché ha la pancia vuota; Rachel è una ragazzina di soli 9 anni, venduta dai propri genitori e fatta sposare in cambio di due capre; Bosco è un bambino soldato, rapito dal suo villaggio, ora ostaggio di un gruppo di ribelli. Alla sera si addormenta. Guarda una stella in cielo e dice: “ In una parte di questo mondo, ci sarà qualcuno che pensa a me”.
Una bambina, al termine di uno spettacolo del mago Sales, gli da 1 Euro e dice: “Te li do per Rachel, per Ester, per Bosco per i tuoi bambini in Africa.
La raccolta è iniziata.
 
Il povero non è un numero (15 milioni di persone soffrono la fame nel Corno d’Africa). è sempre un nome e se questo nome lo conosci non puoi restare indifferente
 
La nostra partecipazione attiva
La Fondazione Mago Sales non può e non si è tirata indietro di fronte a questa tragedia dell’umanità.
Se una parte dell’umanità (anche minima) soffre… tutta l’umanità soffre.
Il mago Sales, all’inizio dell’estate aveva lanciato un appello per una raccolta fondi da destinare a missionari che lavorano sul territorio.
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