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C.F. 97619820018

Uganda

casa adottata dalla Fondazione Mago SalesSITUAZIONE
Un tempo l'Uganda vantava un grande primato: era tra gli stati più ricchi dell'Africa. Era considerata la "Svizzera" del Continente nero. Recentemente (dal 1983, a seguito di una guerra e di una rivoluzione, il paese si è fortemente impoverito). I grandi commercianti indiani, perché scacciati, hanno lasciato il paese e questo è precipitato in una miseria estrema. Pur essendo proprietari di grandi centrali idroelettriche sul lago Vittoria e sul Nilo, ora sono debitori verso altri paesi per milioni di dollari. Ora la situazione politica è cambiata… non quella sociale. Per portare un aiuto alla popolazione giovanile, la più duramente colpita da questa situazione di povertà, a cominciare dal 1989, sono giunti i Salesiani di don Bosco. Attualmente hanno due opere: una a Bombo e l'altra (la più recente) a Kamuli. L'Associazione mago Sales ha adozioni in entrambe le case.

fase di costruzione del progetto casa

INDIRIZZI MISSIONARI

- Missione: Salesian of Don Bosco 
P.O. Box 173
Kamuli – Uganda

- don Gianni Uboldi
Salesians Of Don Bosco
Bombo - Namaliga
P.O. Box 10117
Kampala – Uganda

bambini dell'ugandaNOTIZIE DELL'OPERA SALESIANA
Bombo Namaliga in un certo senso fa parte della cintura sub-urbana della Capitale Kampala. Durante la guerra civile che ha portato il Presidente Museveni al comando della Nazione, Bombo - e l'intero distretto di Lowero di cui Bombo fa parte - venne distrutta quasi completamente dall'esercito di Idi Amin. Infatti i guerriglieri dell'esercito di liberazione si erano rifugiati in Lowero e da qui sferrarono l'ultimo attacco che fece capitolare Idi Amin, la Capitale e gli fece consegnare il governo del paese a Yoweri Museveni, che dal 1985 è al comando del Paese. 
Da allora la ricostruzione del distretto e della città di Bombo è ricominciata molto lentamente: la strada principale venne ricostruita, tagliando però fuori la cittadina di Bombo, che ora si presenta abbandonata, segno di un passata ricchezza non più possibile. Bombo rimase famosa per decenni - prima della guerra - per una numerosa comunità di indiani goanesi stabilitisi in una specie di colonia per lo più dedicati alla sartoria. 
Quanti da Kampala potevano permettersi un vestito di gala, facevano visita a Bombo per un perfetto vestito su misura. Di qui venne disegnato il vestito "tradizionale" che la donna ugandese ancora orgogliosamente veste durante le domeniche e le altre feste. La più grande caserma della Nazione trovò collocamento in Bombo, dove Idi Amin aveva stazionato un contingente di Sudanesi, mussulmani e fedeli al suo Governo.
I Sudanesi che vennero con le loro famiglie sono ancora qui, ma non più parte dell'esercito, abbandonati come veterani di guerra e nemici della nuova Nazione.
Le caserme non portano sviluppo alla zona: le provvigioni vengono direttamente da Kampala.
I militari hanno portato immoralità, insicurezza e accresciuto il livello dell'infezione di AIDS. (Lo scorso 4 marzo 2000, una ragazza di 16 anni venne uccisa a colpi di pistola da un militare perché oppostasi alle richieste sessuali dell'aggressore. Era una ragazza della nostra scuola superiore!).
Gli abitanti della cittadina di Bombo sono 55.000 - se si esclude il contingente militare di altri 6.000 -,vivono di agricoltura per il loro fabbisogno giornaliero. La dieta è molto semplice e monotona: il cibo preferito sono le banane bollite e ridotte a poltiglia, servite con una salsa di arachidi.
Piccoli negozi popolano la strada e il tradizionale mercato: tutti vendono gli stessi effetti, strettamente correlati con il fabbisogno quotidiano (carne, pesce, vestiti e scarpe).
Qualcuno svolge qualche attività commerciale: preparazione di mattoni (cotti al sole per i più poveri, cotti alla fornace per chi se lo può permettere), cave di pietre da costruzione, falegnami, qualche negozio di materiali da costruzione e gli immancabili bar, punto di riferimento dei militari e dei consumatori di birra, dagli occhi sempre lucidi e dalle pupille dilatate.

bambini dell'uganda

I cattolici, nati dalla comunità degli indiani goanesi, già avevano costruito una cappella, che si era poi manifestata incapace ad ospitare la crescente comunità cattolica.
I padri Bianchi costruirono quindi una chiesa più spaziosa e una piccola residenza dove il Padre poteva rimanere per qualche giorno e incontrare i fedeli per le solite necessità e pratiche d'ufficio.
Durante la guerra (1972-1985) i padri abbandonarono la missione.
Gli indiani goanesi dovettero abbandonare il Paese su ordine di Idi Amin che li accusò di spogliare l'economia ugandese privando i nativi delle loro risorse. Chiesa e canonica vennero quindi abbandonate per più di un decennio. I Salesiani giunsero a Bombo nel 1988 invitati dal Cardinale di Kampala. Erano cinque padri polacchi, giovani e di grandi desideri missionari. In poco tempo ricostruirono la casa canonica e rifecero il tetto, ormai pericolante, della chiesa. L'edificio della chiesa venne dedicato a Maria, Regina dei Martiri dell'Uganda.
Dopo dieci anni i pionieri hanno lasciato Namaliga (uno morì d'arresto cardiaco lo scorso Agosto 1999, a soli 44 anni), tutti destinati ad altri avamposti missionari, lasciando dietro di sé: 
1. Una parrocchia con 12 stazioni. Ciascuna stazione con una cappella -usata come asilo per i più piccoli durante la settimana - e una scuola elementare per i ragazzi e ragazze della zona.
2. Un centro professionale per 150 giovani (ragazzi e ragazze) che imparano un mestiere. Di questi metà sono residenti nella scuola stessa. Sono tutti ragazzi e ragazze poveri che non hanno avuto mezzi per continuare la loro educazione nella scuola superiore. Molti di loro sono orfani, in custodia presso parenti e zii (pratica diffusa e accettata tra i Baganda, il gruppo etnico più numeroso nella zona). Il centro e' aperto a tutti.
3. Una scuola superiore per 350 ragazzi e ragazzi. Di questi la metà sono della zona, l'altra metà sono interni provenienti da ogni parte del Paese. La scuola superiore dura quattro anni. Ci danno una mano nella scuola tre suore indiane della congregazione delle Suore del Cuore Immacolato di Maria, una congregazione nata in Francia. L'ammissione è aperta a tutti e una partecipazione finanziaria è richiesta dalle famiglie che pagano una minima retta. 
4. Una organizzazione polisportiva per ragazzi e ragazze della zona che partecipano ad allenamenti e tornei zonali con discreti risultati. Lo scopo è chiaramente di tipo associativo e sportivo: aperta a tutti senza discriminazione di nessun genere. Il classico oratorio salesiano.
5. Una clinica con servizi sanitari di vario genere: da programmi di immunizzazione a corsi di medicina preventiva nei vari villaggi. Da piccoli interventi chirurgici a sala parto e degenza per qualche giorno; da laboratorio di analisi a dispensario di medicine. Anche qui le Suore sono di grande aiuto. I malati di AIDS trovano qui un laboratorio analisi, una consulenza medica e un sostegno psicologico e una assistenza a casa nella fase terminale della malattia.

Tutte queste attività sono rivolte ai poveri. I costi contenuti per offrire questa possibilità a chi non ne avrebbe altrimenti.

progetto mulino

PROGETTI

  • Dall' inizio anno 2000 
    ADOZIONI A DISTANZA 
    La Fondazione aiuta le missioni salesiane di Bombo e di Famuli, mediante l’opera delle adozioni a distanza.
     
  • Gennaio 2001
    MULINO E CUCINE PER BOMBO NAMALIGA-UGANDA
    Costo equivalente a 4.906, 34 Euro
    Informazioni sul giornalino:
  • Aprile 2003
    UNA SCUOLA ELEMANTARE PER BOSSA E I SUOI AMICI
    Costo 10.422,73 Euro
    Leggi giornalino n. 26, pagina 3: 
  • Gennaio 2004
    OSTELLO PER RAGAZZE
    Il progetto intende promuovere 150 ragazze – orfane e provenienti da famiglie danneggiate dall’AIDS, rifugiate dal Sudan o dalla guerra in Nord Uganda – nella loro preparazione scolastica e di preparazione al lavoro. Offrendo loro possibilità di soggiorno nell’ostello.
    Costo in Euro: 15.016,53.

Somalia

Mogadiscio - Mago Sales con i bimbi del SOS
Somalia - Mogadiscio
Mago Sales con i bimbi del SOS
Aula scolastica in ex ospedale italiano a Mogadiscio
Somalia
Aula scolastica in ex ospedale 
italiano a Mogadiscio

Parlare della Somalia equivale a compilare un bollettino di guerra. Da dieci anni infatti la Somalia è in guerra con se stessa, dominata da pochi gruppi rivali, che curano unicamente i propri interessi. Tutti i missionari se ne sono andati, lasciando il paese nella più completa disperazione. Molti preti , suore e cattolici sono stati uccisi. Non esiste governo e quindi mancano tutti i servizi indispensabili al vivere civile: ospedali, scuole, nonché banche e odine pubblico. Attualmente, unico focolare di serenità e di carità evangelica, resta un orfanotrofio a Mogadiscio, tenuto da un'organizzazione austriaca: Sos. In quest'oasi, dopo un viaggio avventuroso e scortato da una vera milizia armata, a giugno del 2000 vi è giunto il mago Sales con un suo amico fotografo. Ad accoglierlo, come sempre, molta folla, soprattutto bambini. Sui loro volti la magia della meraviglia e dell'attesa.

MOGADISCIO (Villaggio SOS)

INDIRIZZO DEL CENTRO SOS IN MOGADISCIO:
RESPONSABILE CROCE CLAUDIO
OPERA SOS
P.O. BOX 76192
NAIROBI - KENYA

NOTIZIE SULL'OPERA
(da una lettera di Claudio Croce, direttore del centro SOS in Mogadiscio) Il SOS Children's village Somalia è stato fondato nel 1985 nella periferia nord di Mogadiscio. Originariamente consisteva in un villaggio per bambini orfani, una scuola primaria ed una clinica ginecologica. Quando scoppiò la guerra civile nel 1990, fomentata dalla rivolta della popolazione contro il regime dittatoriale e nepotistico del vecchio presidente Siad Barre, la città di Mogadiscio fu il centro urbano che ne risentì maggiormente. Nell'arco di breve tempo gran parte del patrimonio civile della città venne distrutto. Dopo dieci anni di guerra, tutt'ora non esiste un governo, non ci sono leggi in vigore, non esiste un corpo statale che garantisca per la sicurezza della popolazione, per la loro educazione ed assistenza medica. La città di Mogadiscio è in mano a poche tribù somale che cercano di accaparrarsi il pezzo più grosso della torta (business, importazioni/esportazioni, potere politico) Il progetto del SOS ebbe la prontezza di intervenire in aiuto della popolazione tramutando la vecchia scuola primaria in un ospedale d'emergenza. Vennero impiegati medici, infermieri; vennero allestite sale operatorie e reparti per i feriti. Il tutto venne molto apprezzato dalla gente di Mogadiscio e grazie a ciò il progetto del SOS venne sempre protetto da eventuali assalti e saccheggi. Tutt'ora è l'unico progetto permanente funzionante in Mogadiscio. La presenza delle ambasciate, le agenzie ONU e le ONG vennero meno già molto tempo fa. Il progetto offre lavoro a 260 dipendenti somali che a loro volta contribuiscono al sostentamento di migliaia di persone che da loro dipendono. Ancora oggi l'ospedale d'emergenza funziona anche se non solo più per feriti di guerra ma principalmente per bambini denutriti. Si curano circa 300 bambini al giorno. Supplementare alle cure mediche si è lanciata l'iniziativa di un "feeding program" per i bambini denutriti. La denutrizione in Somalia è cronica e tutti gli anni migliaia di persone muoiono di fame. Quest'anno e' stato particolarmente tremendo. La notizia è arrivata anche in Italia che 16 milioni di persone sono al limite della sopravvivenza per denutrizione solo nella zona a cavallo fra il confine Somalo ed Etiopico. Oltre all'ospedale il progetto SOS comprende un villaggio per orfani (120), un asilo con 120 bambini, una scuola primaria con 420 studenti ed una clinica ginecologica con 120 pazienti al giorno ed una media di due operazioni al giorno e 20 parti al giorno. Oltre al personale somalo ci sono tre suore della consolata che lavorano nell'ospedale pediatrico. L'aiuto che si da tramite il progetto alla popolazione somala è tanto ma sempre una goccia nell'oceano paragonato all'estremo bisogno che c'è nel paese.

PROGETTO

In seguito al suo viaggio in Somalia, il mago Sales, ha preso la decisione di aiutare anche i bambini di questa martoriata nazione, attraverso il progetto. di un sovvenzionamento di una scuola primaria. Si sa che in questa nazione, da più di dieci anni, non essendoci più governo, non viene impartita l'educazione scolastica. I bimbi non vanno a scuola. Da quest'anno Claudio Croce, un italiano responsabile del centro SOS a Mogadiscio, ha iniziato a sovvenzionare con i propri risparmi alcuni educatori per l'insegnamento scolastico ai rifugiati in un ex ospedale in Mogadiscio. I ragazzi non sono molti. Probabilmente un sessantina. Una goccia nell'oceano della miseria e della povertà… ma sempre una goccia… Soprattutto un inizio. Stiamo aspettando da Claudio un resoconto più dettagliato sul progetto e un preventivo di spesa. Quando lo sapremo vi aggiorneremo maggiormente sull'opera. Intanto, sia attraverso la trasmissione al Maurizio Costanzo Show, sia attraverso gli spettacoli del mago Sales, sono stati raccolti già più di 20.000.000 di lire.

Mago Sales al suo arrivo nel  villaggio SOS a Mogadiscio Somalia
Mago Sales al suo arrivo nel 
villaggi

Sierra Leone

bambini della Sierra LeoneSCELTA E PARTICOLARITA’ DEL PROGETTO

Il progetto è stato proposto dalla nostra Fondazione in occasione della domenica 28 settembre 2003 quando si è celebrata la seconda edizione di “Una magia per la vita nelle piazze d’Italia”.
Data la drammaticità di una tale piaga sociale che attanaglia i bambini poveri di alcune zone della terra e la triste attualità della guerra, la nostra Fondazione propone di continuare la raccolta fondi a vantaggio della liberazione dei bambini soldato della Sierra Leone dell’Uganda per il nuovo anno 2004.
Tra le tante occasioni che si presenteranno, la proposta viene legata, in modo particolare, al progetto del “DISARMO DEI BIMBI”. 
Il cammino della pace incomincia dall’educazione che diamo ai nostri bambini e da scelte di solidarietà a vantaggio dei ragazzi che soffrono la tremenda piaga della guerra.

REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

In linea di massima la raccolta fondi non è legata ad una quota particolare. Tutto quello che verrà offerto sarà inviato a sostenere l’opera di alcuni missionari salesiani in Sierra Leone e in Uganda. Anche poco può servire, con diceva Madre Teresa, per togliere una goccia d’acqua dal grande oceano della malvagità che attanaglia il mondo dei bambini e quindi turba la sensibilità di ognuno di noi. 
Se però si volesse quantificare la raccolta, vi ricordiamo che con 200 Euro si può avviare allo studio un ragazzo africano per un anno intero. E’ la cifra che chiediamo per un’adozione a distanza.
Naturalmente, per questioni di rispetto sui minori, non riceverete la foto del bambino aiutato, o meglio liberato. Riceverete però notizie dal missionario sull’opera di recupero e prevenzione dei bambini soldato.

INDIRIZZO MISSIONARI (2003)

-Padre Mengon Albert
St. Augustine
Secondary School
Lungi Airport 
Lungi Sierra Leone, West Africa

cartina della Sierra Leone

PROGETTO

  • Dicembre 2003
    ADOZIONE A DISTANZA PER LA LIBERAZIONE DI BAMBINI SOLDATO
    In seguito alle offerte raccolte in occasione della manifestazione annuale “Magia nelle piazze d’Italia” sono stati inviati alla missione salesiana 10.033,31 Euro.
    Per maggiori chiarimenti,leggere sul sito:

villaggio nella Sierra Leone

Progetto Palestina

Borse di studio per giovani palestinesi universitari a Gerusalemme

Da due anni la nostra Fondazione sostiene agli studi 10 giovani palestinesi presso l’università di Gerusalemme. Il costo per ogni sostegno a distanza è di € 1.500 all’anno. Referente del progetto padre Jaque Amatteis, salesiano e segretario del Nunzio apostolico a Gerusalemme. 
Per questo progetto non abbiamo sponsor diretti, per cui la Fondazione attinge il contributo dai fondi generici di solidarietà. Auspichiamo di trovare presto benefattori che si prendono cura di questo progetto, che riteniamo sia fonte di grande gratificazione umanane spirituale. Ogni sponsor riceverà informazioni dei giovani con schede, curriculum e “pagelle scolastiche”.
Ognuno, poi può continuare a contribuire, secondo la proprie necessità, perché questo progetto possa essere continuato. Anche una piccola cifra, unita a quelle di tanti, può aiutarci a realizzare la promessa fatta ai giovani di quella terra che stà nel cuore di tanti di noi. Vi ricordiamo di scrivere sul bollettino postale o nel foglio del bonifico per la banca la seguente motivazione della vostra offerta: PROGETTO PALESTINA

Madagascar

cartina del madagascarSITUAZIONE
Un tempo era chiamata l'isola verde. Ora, dopo uno sfruttamento indiscriminato, restano poche foreste, fortunatamente trasformate in riserve. Per questo e per moltissimi altri aspetti naturali l'isola conserva un suo fascino particolare. La popolazione, dedita maggiormente all'agricoltura è però molto povera, e, dalla povertà nascono i grandi problemi di esistenza (fame, malattie, mortalità infantile, analfabetismo) e di rapporto sociale (delinquenza, piccoli furti). Recentemente la popolazione è passata attraverso una rivoluzione sociale massacrante, che ha creato notevoli problemi di stabilità, incrementando la povertà e la delinquenza. A buttare paglia sul fuoco, ci sono poi i continui tifoni che periodicamente infestano l’isola. L’ultimo è del marzo scorso ed ha mietuto centinaia di vittime. Tantissime le famiglie senza tetto. 
I salesiani di Don Bosco operano nell'isola da quasi 25 anni. La loro presenza missionaria, al servizio della Chiesa e del Paese, è rivolta ad opere di evangelizzazione e di promozione, attraverso l'educazione e la formazione delle popolazioni e soprattutto dei giovani e dei ragazzi più poveri e bisognosi. Il mago Sales si recò nell'isola per la prima volta nel 1994. E' ritornato nel 1999 e, recentemente nel 2004. A questa ultima missione hanno partecipato altri tre suoi colleghi maghi e giocolieri ed è stato realizzato il primo film sul tema dei diritti dei bambini… soprattutto di quello del gioco, del sorriso e dell’istruzione.

bambini del madagascarNOTIZIE SULL'OPERA
La Maison Don Bosco è una delle dieci Opere Salesiane presenti in Madagascar. I Salesiani di Don Bosco operano in Madagascar da quasi 20 anni. La Loro presenza missionaria, al servizio della Chiesa e del Paese, è rivolta ad opere di evangelizzazione e di promozione, attraverso l'educazione e la formazione delle popolazioni e soprattutto dei giovani e dei ragazzi più poveri e più bisognosi. La Maison Don Bosco di Ivato-Aéroport è una di queste presenze. Essa ospita la sede della Visitatoria (Servizi centrali e nazionali), il Noviziato per i giovani malgasci che si preparano ad entrare nella Congregazione di Don Bosco, e un Centro Socio-Culturale (Oratorio) a servizio dei ragazzi e dei giovani del quartiere. Il suo responsabile legale è Padre ZINGALE Antonino, Direttore dell'Opera. Il Centro Sociale (Oratorio-Centro Giovanile) della Maison Don Bosco di Ivato-Aéeroport svolge la sua attività fin dalla fondazione dell'Opera, e cioè fin dal 1987.

bambini malgasciSITUAZIONE SOCIO ECONOMICA DEL LUOGO 
La zona circostante l'Aeroporto internazionale di Ivato, lo scalo della capitale del Madagascar, Antananarivo, è situata a circa 17 Km dalla città. La sua popolazione può essere stimata attorno ai 30.000 abitanti, di cui circa il 67% è compresa nella fascia di età fra i 10 e i 25 anni. La configurazione socio-culturale appare complessa e contraddittoria. Accanto agli insediamenti di ville e di private abitazioni che sfruttano le bellezze del territorio e la tranquillità degli spazi immersi nel verde, (una delle zone residenziali più ricercate attorno alla capitale), sorgono vasti edifici e caserme destinati soprattutto alle famiglie dei militari che sono in servizio all'Aeroporto civile e militare. 
L'antico villaggio di Ivato si è sempre più ingrandito per accogliere, oltre agli abitanti che si dedicavano alla coltivazione delle attigue risaie, un numero sempre più crescente di immigrati dalle vicine campagne. Parecchie famiglie hanno abbandonato i loro insediamenti rurali per raccogliersi attorno al villaggio in cui sperano di trovare più sicurezza, più comodità di vita e più possibilità di lavoro, data la vicinanza dell'Aeroporto. Tale immigrazione interna, purtroppo, ha generato invece non pochi problemi sociali: sfaldamento del nucleo familiare, ristrettezze e povertà, mancanza di abitazione decente, malattie, e non ultima la delinquenza, la prostituzione e il crescere del degrado umano e sociale.
Chi ha maggiormente sofferto e soffre ancora di tale situazione sono naturalmente i bambini, i ragazzi e i giovani. L'analfabetismo diffuso e l'evasione dell'obbligo scolastico sono fra le conseguenze più vistose di tale degrado. Molti bambini, fra i più poveri e i più abbandonati, non vanno a scuola. Essi vivono situazioni tali che la scuola diventa per loro un qualcosa di superfluo, quasi un lusso che non possono permettersi.
Per venire incontro a tale emergenza sociale ed economica i Missionari Salesiani hanno avviato l'opera di scolarizzazione come segno e volontà concreta di servizio e di contributo all'assistenza e alla promozione di quanti possono essere avvicinati attraverso le attività dell'Oratorio. Del suddetto 67% della popolazione in età giovanile (circa 18.000), il 25% (circa 5.000) sono in età scolare, cioè in età di frequenza della scuola primaria. Esistono ad Ivato le scuole statali dell'obbligo ed altre scuole private. Ma esse sono nettamente insufficienti ad accogliere la potenziale popolazione scolastica. Inoltre proprio i più poveri e i più bisognosi trovano facilmente l'alibi dell'evasione. 
Pertanto l'analfabetismo è molto diffuso.

Indirizzo Missionario (2006)

LUCA TREGLIO (missionario laico salesiano)
Maison Don Bosco 
B.P. 60
105 Ivato - Aeroport
Madagascar

bimba del madagascar

 PROGETTI

  • inizio anno1999 – termine anno 2003
    ADOZIONI A DISTANZA 
    Ora la Fondazione porta aiuto alla missione mediante la realizzazione di determinati progetti.
  • Dicembre1999
    OPERAZIONE ZAINETTI (terminato in gennaio 2000) In seguito ad un viaggio del mago Sales in novembre del 1999. Dopo aver visitato l'opera di Ivato e aver fatto uno spettacolo ai ragazzi presenti nel centro, è stata presa la decisione di aiutare i giovani allievi attraverso il progetto degli zainetti, quantificato nel valore di 50.000 lire ognuno (per i 250 ragazzi del centro) da inviare per l'acquisto di quaderni, libri, e materiale scolastico. La somma equivalente in Euro a 5887,60 è stata raggiunta attraverso le offerte dei vari benefattori in occasione del Natale 1999. Tale somma è stata data al missionario salesiano Elio Abbio al ritorno dal suo viaggio nel mese di gennaio del 2000.
  • Dicembre 2000
    COSTRUZIONE DI UNA SALA CON CUCINA.
    Nell'insieme del progetto globale di costruzione di impianti scolastici, è compresa anche la realizzazione di una sala cucina, perché i bambini possano consumare in tranquillità e dignità il loro piccolo pasto quotidiano. La mensa, ci scrive Elio, missionario salesiano, per ora è il cortile dell'oratorio, quando c'è il sole e il porticato delle aule, quando piove. E' stato calcolato il costo totale di tale opera intorno ai 15 milioni di lire, senza suppellettili con l'aiuto della provvidenza e della generosità di molti cuori generosi, speriamo di offrire, con il nuovo anno 2001 una sala decente per i pasti dei ragazzi del centro giovanile Maison Don Bosco a Ivato, nel Madagascar. Inviati 7746,85 Euro.

 

Progetto scuola Madagascar

PROGETTO 2005:COSTRUZIONE DI SCUOLE IN MADAGASCAR

In un viaggio fantastico da sud a nord in quella che è definita la grande isola, il mago Sales ha incontrato una realtà povera, ma ricca di speranze, dove i veri protagonisti sono i bambini e la loro voglia di stare al mondo e di credere in un futuro migliore, nonostante le poche possibilità che offrono loro le strutture sociali.

Dalla parte di questi bambini ci sono però missionari, giovani volontari di organizzazioni non governative, funzionari e maestri che sono interessati solo al loro bene. Saranno essi stessi a parlare dei reali problemi dell’isola: droga, lavoro minorile, elevata mortalità infantile, analfabetismo e carenza di strutture sociali. 

Consci che l’istruzione è un diritto è non un dovere, la Fondazione Mago Sales, attraverso la visione di questo film propone una profonda riflessione sui diritti dei bambini al sorriso, al gioco e all’istruzione e vuole confrontare tale diritto con quello più sicuro dei bambini delle nostre scuole, in Italia come in Europa, dove non ci sono più battaglie da combattere, ma a volte la scuola è vista più come un noioso dovere che come un sacrosanto dritto". 

PROGETTO: COSTRUZIONE DI SCUOLE 
Tra uno spettacolo e l’altro, nei posti più dimenticati della terra, il Mago Sales, con alcuni suoi collaboratori “Magicièns sans frontieres”, ha fatto scaturire sorrisi e spontaneità. 

Ma la magia più grande è stata la proposta della costruzione di una o più scuole, presso una missione salesiana a Toliara e dare un contenuto alla speranza dei bambini malgasci, che hanno gli stessi dritti dei nostri bambini 

In questa missione, a sud del paese, vivono più di 2.000 giovani e devono percorrere anche 10 chilometri per frequentare la più vicina scuola della città, che naturalmente è superaffollata: circa 60 allievi per classe. Così proprio i più poveri e i più bisognosi ne sono esclusi. 

  1. PRATICAMENTE 
    Ognuno, singolarmente o in gruppo, può contribuire a questo progetto umanitario.
    Il Mago Sales ha fatto un grande spettacolo sul luogo dove sta per sorgere la scuola e ha promesso di ritornarci presto per portare il contributo di tanti di

Con gli aiuti raccolti, verrà anche inviata una pergamena con i nomi dei benefattori. Tale pergamena sarà inserita nelle fondamenta della scuola. Ognuno di voi saprà così di essere stato utile dando importanza al piccolo sogno di un bambino del Madagascar. 

“Kitantara”, che significa appunto piccola fiaba, diventi un augurio anche per voi e per i vostri bambini. 
Un giorno, un mese, un anno… una vita non è passata invano se si è realizzato il sogno fiabesco, anche solo, di un bambino del mondo.

Il progetto costerà 45.000 Euro e prevede la costruzione di un complesso di tre edifici scolastici più una grande sala polivalente (refettorio, sala incontri…)

Quantificare le offerte:

1 Euro: 2 mattoni
5 Euro: 10 mattoni
15 Euro: 1 sacco di cemento
35 Euro: 1 mese di salario di un manovale
50 Euro: 1 mese di salario di un operaio specializzato
200 Euro: Adozione a distanza o borsa di studio per un bambino per un anno. 

Per l'animazione e la presentazione potete richiedere il materiale (film, schede di lavoro, manifesti) presso la nostra Fondazione. 

Per donazioni:
POSTA
C/c 42520288
FONDAZIONE MAGO SALES ONLUS
Via Bioletto, 20 - 10098 Rivoli (TO) 

BANCA
IBAN IT 73 X 03069 30530 100000061253

BIC BCITITMM
FONDAZIONE MAGO SALES ONLUS
Indicando esattametne i vostri dati
La magia ora è anche vostra. 

Misaotra Betsaka cioè Grazie Tante 
Mago Sales

Kenya

cartina del KenyaSITUAZIONE

Un tempo il Kenya era il paese dei grandi safari, delle spiagge incontaminate. Era la meta di moltissimi turisti da tutto il mondo. Attualmente non è più così. I turisti restano ancora, ma sono calati enormemente di numero. Il pericolo della malaria, dell'AIDS, unito alla proposta di altri luoghi più sicuri e economici, ha fatto in modo di rendere questo paese quasi alla pari di tante altre nazioni povere africane.
Così oggi il Kenya deve risolvere non pochi problemi, tra i quali la fame e le malattie e si sta impoverendo sempre di più.
Nel 1980 sono arrivati i primi salesiani. Oggi hanno case e svolgono la loro attività nell'aiuto ai ragazzi, soprattutto quelli più poveri e abbandonati. Vi sono presenti molti missionari italiani.
La nostra Fondazione ha iniziato a collaborare nel 1998 con le suore di Maria Ausiliatrice e con i missionari salesiani attraverso l'opera delle adozioni a distanza con le case di: SIAKAGO. MAKUYU e BOSCO BOYS e DAGORETTI a Nairobi.

INDIRIZZO MISSIONE

- Salesian Sisters
Of St. John Bosco
P.O. Box 50
00502 Karen – Kenya

missione di Mago Sales in Kenya bambini di Nairobi

PROGETTI

  • Inizio anno 1999
    ADOZIONI A DISTANZA
    La Fondazione segue alcune adozioni a distanza mediante le case salesiane di Makuyu e di Nairobi (Bosco Boys).
    A Siakago la Nostra Fondazione ha dovuto chiudere l’aiuto mediante le adozioni a distanza, in quanto la missione è stata chiusa dai salesiani.
  • Giugno 2003
    UNA SCODELLA DI LATTE PER BAMBINE DI STRADA presso Suore Maria Ausiliatrice in Nairobi
    9291,83 Euro
  • Ottobre 2001
    Allestimento di un REPARTO DI RADIOLOGIA a Nairobi, presso la bidonville di Korogocho, per la cura e prevenzione dei bambini malati di AIDS.
    Il progetto è stato realizzato sabato 6 ottobre 2001, mediante l’incasso di un solo spettacolo di Arturo Brachetti a Parigi presso il teatro. “Casinò de Paris”. 
    Somma raccolta: 23472 Euro.
    Leggere 3 pagina del giornalino n. 18:
     

    Leggere manifestazione: 

  • Giugno 2003
    VACCINAZIONI E MEDICINALI
    Aiuti a bambini della periferia di Nairobi, assistiti dal Nathzaret Hospital (Korokocio)
    Fino ad ora (dicembre 2003) sono stati dati 6037 Euro
    Tale progetto continua tutt’ora.
Mago Sales a Korokocho

Etiopia

MAGIE DEL MAGO SALES IN ETIOPIA

Il mago Sales, nel mese di aprile 2003, è stato in Etiopia e, precisamente, a Sway, una delle regioni più povere non solo dell’Etiopia, ma del mondo intero. 
Durante la sua permanenza a Sway, ha avuto modo di rallegrare decine di migliaia di ragazzi e bambini delle missioni. Per loro è stato un grande evento, forse il più importante nella loro vita (secondo le parole di Suor Irene, missionaria di Don Bosco).

Mago Sales tra i bambini della missione a Zway


A volte basta veramente poco per allietare un cuore d’uomo.
Don Silvio ha fatto spettacoli nei villaggi, dove il capo tribù è rispettato e siede al primo posto. Guai a prenderlo in giro, di fronte agli altri. Ha reso lieti tanti ragazzi e bambini delle scuole (Ci sono scuole con più di 2.000 ragazzi e il numero degli occupanti di ogni classe non è mai inferiore ai 70 elementi). Soprattutto si è esibito nelle missioni dei salesiani, per attenuate le ore di attesa per un buono pasto o per una brocca d’acqua. A Zway, nella missione, ancora ora vengono sfamate più di 5.000 persone al giorno.
Ma tante sono ancora quelle che muoiono di fame o di sete.
Così è nata una nuova richiesta., legata alla costruzione di pozzi d’acqua.

un momento dell'incontro tra Mago Sales e i bambini della missione a Zway

ECCO LA RELAZIONE DI SUOR IRENE. MISSIONARIA IN ZWAY, RIGUARDO AL PROGETTO ACQUA

Il problema: la generale situazione di Zway e della zona circostante è una delle più disperate di tutto il Paese: assoluta mancanza di acqua con conseguenze negative a livello di igiene e notevole diffusione di malattie.
Obiettivo: offrire al maggior numero di villaggi attorno a Zway la possibilità di vere a disposizione:

  • sufficiente quantità di acqua
  • acqua potabile che assicuri un minimo di igiene
  • acqua sufficiente per il bestiame acqua sufficiente per iniziare delle piccole coltivazioni di ortaggi e per cercare di favorire il rimboschimento attorno al villaggio.
     

Scheda informativa: la città di Zway sorge nella Rift Valley, a sud di Addis Abeba, nel mezzo di una zona semi-desertica e ventosa e conta circa 6000.000 abitanti. Il clima è tra i più ostili: secco e arido; le precipitazioni, molto scarse, sono concentrate nei mesi di giugno – agosto. La gente sopravvive barattando quello che riesce a produrre nei campi aridi e riarsi dal sole o piccolo artigianato, ma il livello di vita non raggiunge il limite della sussistenza: è la fame. Anche i buoi sono di una magrezza impressionante.La legna è molto scarsa e gli escrementi degli animali anziché per concimare la terra sono usari per cuocere il cibo.

cartina dell'Etiopia

Il popolo etiope esce da decenni di guerra, siccità e fame, ma non può investire per il domani perché non ha le forze per sopravvivere oggi.

Nei villaggi la situazione è desolante. Gli uomini validi hanno lasciato i villaggi alla ricerca di acqua e pascoli per assicurare la sopravvivenza del bestiame. A casa sono rimasti solo donne, vecchi e bambini, circondati da una terra riarsa che il vento trasforma in mulinelli di polvere e morte.

La situazione sanitaria è un altro gravissimo problema perché aggravato dalle situazioni igieniche generali della città. Non ci sono fognature; il sistema idrico è in fase di sistemazione, ma spesso l’acqua non c’è. L’AIDS sta diventando una malattia sempre più comune e la gente muore senza sapere di aver contratto la malattia, perché non sono possibili analisi specifiche.

In una situazione come questa, parlare di istruzione e rispetto dei diritti umani sembra quasi anacronistico: in mezzo a tutte queste povertà l’unica preoccupazione esistente è la sopravvivenza.

INDIRIZZO MISSIONE
Salesian Sister
P.O. Box 112
Zway – East Shoa - Etiopia

PROGETTI

  • Iniziato in novembre 2002: 
    ACQUISTO CIBO E LATTE
    Somma raccolta e inviata 29.620 Euro
  • Iniziato in aprile 2003 :
    COSTRUZIONE DI POZZI D’ACQUA PER I VILLAGGI ATTORNO A ZWAY
    Fino ad ora sono stati costruiti 2 pozzi d’acqua. (Costo per ogni pozzo: circa 25.000 dollari)
    Somma totale raccolta e inviata: 46.376,35 Euro.
    Informazioni su giornalino n. 25: 
    Leggi giornalino n. 27 pagina  3: 
    Leggi girornalino n. 28  http://www.sales.it/giornalino/SSB28.pdf

PROGETTO CORNO D'AFRICA

(Emergenza cibo)
inizio progetto: Agosto 2011
 
1. BILANCIO DELLA RACOLTA FONDI (dall’8 agosto al 6 settembre 2011)
 
Fino ad ora sono stati raccolti:  8029,94 Euro, così suddivisi:
                                             4316,00 beneffattori vari
                                             2233, 74 Manifestazione dello Smils Show a Cherasco
                                             1479,20 Spettacoli mago Sales nelle parrocchie
Tale somma è stata raccolta in un solo mese: dall'8 agosto al 6 settembre ed è al netto (sono state detratte le spese e i costi relativi all’organizzazione delle varie manifestazioni).
Grazie per il vostro aiuto, di tanti, di tutti.
Varie organizzazioni stanno appoggiando la Fondazione nel dare vita a interessanti manifestazioni per raccogliere fondi per questa emergenza.
Ad esempio l'Associazione "Uribe" di Caselette (To) ha organizzato per la sera del 15 ottobre 2011 uno spettacolo, il cui incasso andrà interamente per sostenere questo progetto umanitario.
 
 
La raccolta continua con urgenza
 E’ necessario portare cibo fino a Febbraio 2012. Urgenza è non far morire le persone, quelle persone, con un loro nome e una loro storia.
Gli aiuti, come è già stato proposto, verranno dati ad una organizzazione che da anni già agisce nel sud dell’Etiopia e nel nord del Kenya: i missionari Salesiani, pronti a garantire i necessari soccorsi e sostenere le attività di emergenza.
 
Vi ricordo che con
 
Con 25€ assicuri il trattamento di purificazione 5000 litri di acqua
Con 50€ fornisci acqua potabile a 20 persone per 1 settimana
Con 100€ offri da mangiare a 3 famiglie di 5 persone per 1 mese
Con 500€ regali un trattamento nutrizionale contro la malnutrizione a 60 bambini
 
 
 
2. SITUAZIONE DEL CORNO D’AFRICA
Situazione drammatica
La situazione è drammatica. Sono milioni le persone colpite da siccità e carestia.
Sono 3 milioni le persone che rischiano di morire di fame in Somalia. In Etiopia, specie nella regione dell'Ogaden, si calcolano attorno ai 4 milioni le persone che hanno estremo bisogno di cibo. In Kenya, l'insicurezza alimentare interessa 3,5 milioni di persone. Oltre 10 milioni di persone nel Corno d'Africa stanno combattendo contro lo spettro della fame.
Circa 1.300 rifugiati somali arrivano ogni giorno nei campi profughi di Dadaab, nella regione nord-orientale del Kenya. Fuggono dalla fame e dalle conseguenze di lunghi anni di guerra civile. Da settimane, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur), che gestisce i tre campi di Dagahaley, Ifo e Hagadera, sta lanciando appelli alla comunità internazionale perché intervenga con aiuti umanitari.
 Le ong parlano di "tragedia umanitaria", di "carestia del secolo". Anche il Papa ha chiesto una mobilitazione internazionale.
 
Cause di questa povertà
Le cause non sono da addebitarsi unicamente al clima e alla mancanza di piogge,
Don Gigi, missionario Della Consolata e direttore della rivista. “Missioni Consolata”, che ha passato gran parte della sua vita in Kenya, afferma che le cause della povertà nel corno d’Africa sono soprattutto di tipo sociale, dovute a scelte politiche ben definite: ad esempio: la mancanza di strade e di comunicazioni fa salire il costo del cibo che scarseggia in determinate aree (Il mais è passato da 40 centesimi a 1,50 euro. A Nairobi, l’acqua costa 1 Euro ogni venti litri). In politica la corruzione è ai massimi livelli: si comprano i voti, si fomenta la violenza tra le varie tribù. Il più delle volte i soldi della solidarietà internazionale non arrivano ai poveri. Vanno nelle tasche di pochi e i politici non fanno nulla. Speculano in borsa.
Guadagno mensile medio di un operaio o insegnante è di 65 Euro al mese
Con un simile salario di sussistenza, non ci si può ammalare, nè mangiare tre volte al giorno, né prendere il treno o l’auto. Il povero diventa sempre più povero.
I poveri, per mancanza di cibo, diventano passivi, apatici, non hanno più interessi. I grandi non sono più capaci a reagire allo sfruttamento. I bambini sono bloccati nella crescita intellettuale. La fame diventa un business; con questa situazione di forte precarietà si sottomettono i poveri.
 
Una tragedia che colpisce anche noi
Non si può restare indifferenti di fronte alla fame di tanti figli di Dio, soprattutto bambini.
Don Silvio ha visto e conosciuto la povertà dei suoi figli e ci dice: “Il povero per essere vivo deve avere un nome, deve essere davanti a te. Non può restare un numero. Quando leggiamo che 15 milioni di esseri umani soffrono la fame, il povero diventa un povero tra i tanti, mescolati in questa anonima statistica che, troppo facilmente, ci lascia indifferenti.
I poveri hanno sempre un nome: Ester è una bambina di 9 anni, ancora al primo ciclo delle elementari. bocciata, perché ha la pancia vuota; Rachel è una ragazzina di soli 9 anni, venduta dai propri genitori e fatta sposare in cambio di due capre; Bosco è un bambino soldato, rapito dal suo villaggio, ora ostaggio di un gruppo di ribelli. Alla sera si addormenta. Guarda una stella in cielo e dice: “ In una parte di questo mondo, ci sarà qualcuno che pensa a me”.
Una bambina, al termine di uno spettacolo del mago Sales, gli da 1 Euro e dice: “Te li do per Rachel, per Ester, per Bosco per i tuoi bambini in Africa.
La raccolta è iniziata.
 
Il povero non è un numero (15 milioni di persone soffrono la fame nel Corno d’Africa). è sempre un nome e se questo nome lo conosci non puoi restare indifferente
 
La nostra partecipazione attiva
La Fondazione Mago Sales non può e non si è tirata indietro di fronte a questa tragedia dell’umanità.
Se una parte dell’umanità (anche minima) soffre… tutta l’umanità soffre.
Il mago Sales, all’inizio dell’estate aveva lanciato un appello per una raccolta fondi da destinare a missionari che lavorano sul territorio.

Progetto Congo

on padre Jean Marie nella città di Kavueta

La città conta 10.000 abitanti, di cui circa 3.000 bambini, costretti a seguire le lezioni all’aperto per mancanza di un edificio scolastico ed essere curati in maniera approssimativa in una struttura con scarse risorse sanitarie.

Il progetto prevede la costruzione di una scuola elementare con ufficio e relative attrezzature. Il costo stimato e di circa € 10.000
Tale progetto è stato presentato per la prima volta a Garessio il 4 luglio 2010 con la collaborazione della Fondazione Mago Sales Onlus, mediante un pranzo di beneficenza e uno spettacolo di magia con la presenza del Mago Sales, ed è stato inserito fra le iniziative benefiche della fondazione stessa.
In tale occasione sono stati raccolti € 1.027,00

PROGETTO BURUNDI

NUTRIZIONE PER BAMBINI APPENA NATI E ASSISTENZA ALLE MAMME

Con le SUORE BENEDETTINE DELLA PROVVIDENZA
Le suore Benedettine operano in Burundi nella zona di Kaburantwa e hanno un progetto per aiutare le mamme e i bambini malnutriti.
Situazione di emergenza del Burundi: la malnutrizione sta galoppando
Le ultime statistiche ci dicono che il 67% della popolazione soffre la fame e la mortalità infantile è del 12%. Le principali cause di questa tragedia sono stata
  1. la guerra degli ultimi decenni, che ha portato la popolazione alla disperazione.
  2. la a siccità che ha reso nulli i loro già magri raccolti.
 
L’opera delle missionarie
Al centro di Kaburantwa, oltre ai moltissimi indigeni che ogni giorno affluiscono, c’è pure un gruppo di bambini (100 – 120) che per evitare la malnutrizione grave necessitano di un supporto quotidiano di cibo e di un alimento speciale che si trova nel paese; si tratta del “Musalac” (miscela composta di latte e da diversi cereali ad alto potere energetico, una sostanza proteica).
 
Progetto
Per nutrire il gruppo dei bambini che si trovano nella missione, le suore devono acquistare circa 900 Kg di “Musalac” al mese x
Prezzo di compera: 1.800 F.bu x 960 Kg = 1.728.000 F.bu al mese
1.728.000 F.bu x 12 mesi = 20.736.000 F.bu all’anno che fanno circa      
€ 11.520,00 all’anno

Liberazione Bambini Soldato 2005

Situazione storica attuale

Aggiornamento di Mago Sales

Il coraggio delle armi

 Testimonianze

Bosco aveva nove anni quando sono arrivati i soldati dell'esercito di Resistenza del Signore nel suo villaggio a Pader in Uganda. Hanno ucciso le donne, hanno rapito i bambini e li hanno costretti a diventare soldati. Bosco sa manovrare a perfezione una AK47 di fabbricazione sovietica. Non la lascia mai. La notte la mette come un cuscino e i suoi sogni si colorano di sangue.
La mamma lo guarda dal cielo e diventa triste perché aveva sognato per lui un tigrotto di peluche.

Il mago Sales, con Marco Berry delle Iene, nel mese di settembre 2005, è stato in Uganda, meglio nel Nord dell'Uganda, dove, ancora oggi si consuma una delle tante, troppe guerre dimenticate, perché non interessano a nessuno… nemmeno ai giornali o rotocalchi. Tanto meno ai politici o economisti.
In Uganda non ci sono ricchezze da sfruttare, né giacimenti di petrolio… Non si costruiscono bombe chimiche per una possibile guerra contro "gli infedeli".

Ci sono solo centinaia, migliaia di bambini e bambine che fuggono ogni giorno dai propri villaggi, per scampare alle sempre più frequenti rappresaglie dell'esercito di Resistenza del Signore.
Il coordinatore delle emergenze Onu, John Egland, dice che è la più grave fra le crisi umanitarie trascurate e dimenticate. È quella che dal 1986, dopo il regime barbarico del dittatore Idi Dada Amin, terrorizza l'Uganda del nord. Dove le bande criminali capitanate da Joseph Kony massacrano gli adulti, stuprano le bambine, rapiscono i maschietti per farne carne da macello e soldati forzati.

Il mago Sales ha ascoltato le testimonianze di decine di bambini (i più fortunati) fuggiti dall'esercito di Resistenza del Signore, dopo mesi, anni di guerriglia forzata, costretti a marce snervanti nella foresta, dove hanno patito fame e sete e sono stati costretti ad ammazzare a colpi di bastone o macete i loro amici. Ora si trovano nei campi profughi o presso centri di riabilitazione come quello a Lira di Els De Temmerman, una giornalista belga che dedica la sua vita alla liberazione e al recupero dei bambini soldato. 
Sono segnati e provati da ricordi di sangue. Ancora adesso, per loro non c'è più tempo per giocare, perché la guerra ha messo in gioco la loro vita.
Con tutto ciò un filo di speranza è presente nei loro occhi e aspettano un aiuto, una possibilità per ricominciare una nuova vita
Ci ha colpito la testimonianza finale di un ragazzo di 14 anni: Patrick che ora vive con la nonna, l'unica superstite della famiglia, decimata dai guerriglieri che volevano così togliere a Patrick la possibilità di un ritorno nel suo villaggio. Patrick mi ha detto che vuole diventare un ingegnere.
Ora Patricksi trova in un Collegio scolastico nella sua stessa regione, lontano dalle razzie dei guerriglieri, insieme ad altri quatto ragazzi: Samuel, Justin, Richard e Bosco che come lui hanno vissuto le brutalità di una guerra inutile. 
La Fondazione Mago Sales ha provveduto a pagare la retta per gli studi per questi primi cinque ragazzi e ha promesso di liberare almeno altri 46 ragazzi e avviarli agli studi.

Servizio televisivo su "Le Iene"

Con Marco Berry è stato realizzato uno stupendo servizio sulla condizione dei bambini soldato in Uganda e sulla possibilità di liberarli da una situazione di privazioni e di violenza, dando loro la possibilità di frequentare un corso scolastico.
Attraverso l'emittente televisiva di Italia1 con il programma delle Iene è stato lanciato un accorato appello per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo problema che interessa ognuno di noi. 
Perché anche l'ultima delle vite possa trovare sicurezza e pace, ogni uomo deve fare la sua parte.

Come liberare un bambino soldato

Il costo per sostenere a distanza un bambino, liberandolo da situazione di forte disagio è di 200 € l'anno. 
Ogni donatore può scegliere di versare il proprio contributo in una sola soluzione o in rate mensili di € 16,00 (si indica la cifra annua di € 200,00 per ciascun bambino come base di riferimento, lasciando libero il donatore di decidere il proprio contributo secondo la sua coscienza).

Libera la pace che è in te

L'appello di liberazione dei bambini soldato viene a completamento dell'iniziativa del mago Sales e della sua Fondazione relativa al disarmo dei Bambini (consegna delle armi giocattolo e scambio con una bacchetta magica).
Tale campagna è stata programmata (a partire dal mese di novembre 2005) con Libera e il Gruppo Abele e consiste in un'opera di sensibilizzazione sui valori della pace presso scuole o centri giovanili in Italia. Spettacoli itineranti per l'Italia del mago Sales.
Lo slogan è LIBERA LA PACE CHE E' IN TE.
Il Tour si concluderà a Torino il giorno 21 marzo 2006 (giornata internazionale sui diritti dei bambini che nel 2006 si svolgerà a Torino).

Progetto Aiuti al Madagascar

Un tempo l’isola del Madagascar veniva chiamata “l’isola felice”.
Oggi. Purtroppo dobbiamo constatare che non è più così. Sull’isola mancano strutture adeguate alla normale sopravvivenza. La nostra Fondazione si impegna nella realizzazione di due importanti progetti ( uno a sud e il secondo a nord) a vantaggio della popolazione, soprattutto di quella più giovane.
 
 
 
 
Sud del Madagascar
NUOVISSIMO PROGETTO 2007
 
 
 
REALIZZAZIONE DI UN DISPENSARIO PER LA CURA DEI BAMBINI A TULEAR      
 
Non abbiamo ancora completamente terminato la realizzazione dell’ultimo progetto alle isole Salomone (Ricerca fondi per la costruzione di un ospedale per bambini), che ecco spuntare una nuova richiesta, questa volta a vantaggio dei bambini del sud del Madagascar.
Partiamo quindi con un nuovo progetto: “Ricerca fondi per la costruzione di un dispensario per la prevenzione delle malattie infantili nella zona di Mahavatse e di Tulear nell’isola del Madagfascar.
La richiesta ci viene dal missionario salesiano, parroco di quel distretto don Carmelo Bucceri.
 
LETTERA DEL MISSIONARIO
 
Tulear: 09 – 02 - 2007
Carissimo don Silvio
 
In seguito a un nostro scambio epistolare (o di e mail se vuoi) ho cercato di mettere su un piccolo progetto che riguarda la costruzione di un Dispensario nella nostra Parrocchia di Mahavatse a Tulear.
Ti allego una descrizione del luogo dove lavoriamo affinché tutti i nostri amici e benefattori possano avere una idea sommaria dell’ambiente in cui ci troviamo.
In questo momento utilizziamo due sale parrocchiali adibite a dispensario per curare le decine di malati che ogni giorno vengono da noi a chiedere le medicine e la consultazione presso il nostro medico.
Una industria locale ha messo a disposizione il medico e noi abbiamo offerto due sale della parrocchia per curare gli ammalati. Un infermiere assicura le punture e quanto occorre per curare gli ammalati.
Evidentemente ciò crea una grande confusione tra i cristiani che vengono a trovare il parroco, i bambini ammalati fuori dalla porta del dottore, tra i cristiani che vengono a chiedere il certificato di battesimo e i vecchietti tubercolotici che aspettano per prendere le medicine.
In un terreno accanto alla parrocchia, già molti anni fa, i nostri predecessori avevano previsto la costruzione di un piccolo dispensario per curare quanti avessero bisogno senza badare alla fede religiosa o alla provenienza. Purtroppo la mancanza di fondi non ci ha permesso di realizzarlo.
Per questo adesso mi rivolgo a te e ai tuoi tanti benefattori.
 
Chiediamo umilmente, nella misura delle vostre possibilità, se potete finanziare la costruzione del Dispensario che servirebbe le decine di ammalati, soprattutto bambini e anziani, della nostra Parrocchia e dei quartieri limitrofi.
Il costo della costruzione è di 45 mila Euro
Per il mobilio interno si potrebbe già utilizzare qualcosa di quello che esiste già e, in seguito, potrei rivolgermi ad altri amici e benefattori
Scusa la nostra semplicità con cui ci rivolgiamo a voi ma anche il nostro Padre don Bosco, penso che avrebbe fatto lo stesso per salvare tanta gente povera e sofferente.
Un grazie in anticipo per tutto quello che potrete fare per la realizzazione di questa opera.
Tulear
 
 
                                                                                              P. Carmelo Buccieri
                                                                                              Salesiano di don Bosco
 
UN’OPERA NECESSARIA
 
L’ultimo mio viaggio in Madagascar avvenne a maggio del 2004 e in quell’occasione la nostra Fondazione realizzò il primo lungometraggio sul tema del “diritto al sorriso”. Quel viaggio terminava proprio a Tulear, nel sud dell’isola e lì con i miei collaboratori si decise di finanziare un progetto per la costruzione di un complesso scolastico. Il progetto è stato ultimato nel dicembre del 2005 (vedi sito internet http://www.sales.it/mondo/madagascar.htm).
Allora era direttore dell’opera il salesiano don Vladimiro e mi ricordo il suo commento sui medici che curavano i malati della sua parrocchia. A dire il vero non vi erano medici. C’era soltanto un veterinario che curava indifferentemente animali e umani. Lo chiamavano “l’uomo che non chiede mai”. Abituato a curare gli animali che, naturalmente, non hanno il dono della parola, non chiedeva mai nulla ai poveri bambini o vecchi che si rivolgevano a lui per essere curati. Li guardava semplicemente negli e distribuiva diagnosi e medicine. Il più delle volte il povero malcapitato moriva entro una settimana.
 
GRAZIE
Ora la salvezza arriva con la presenza di un vero dispensario in cui opereranno presto veri medici e infermieri. Questo sarà anche merito tuo, se vorrai aiutarci nel salvare anche solo una vita umana. Allora la tua vita non sarà spesa invano. Ti ringrazio per questo.
Anche una piccola offerta, unita a quella di tanti, sarà utile a migliorare questo nostro mondo abitato da tutti noi.
 
L’OPERA DEI SALESIANI DI DON BOSCO A TULEAR
 
DESCRIZIONE
 
La città di Tuléar è situata al sud ovest del Madagascar sulla zona del Tropico del Capricorno. La popolazione è di origine soprattutto rurale ed esiste una grande presenza di pescatori. Nella sua struttura sociale conserva molte caratteristiche della vita del villaggio, ma nelle sue tendenze, soprattutto presso i giovani, si trova già tutto un mondo di rappresentazioni e di sogni che sono proprio di una città. Le persone sono nello stesso tempo dei contadini che vivono in una città e degli abitanti di una città che vivono in un villaggio. Tutto questo crea dei problemi dal punto di vista psicologico e sociale. Per esempio il conflitto tra le generazioni. I bambini non riconoscono più i valori tradizionali della vita del villaggio (rispetto dei genitori e dell’autorità, solidarietà nel clan familiare, rispetto per la vita) I genitori abdicano facilmente al loro ruolo educativo perché si sentono perduti e fuori moda. Si va incontro alla perdita dell’autorità dei genitori e della famiglia.
L’offerta scolastica è insufficiente se non ci fosse l’impegno della Chiesa cattolica in questo settore. Ma per delle ragioni economiche le scuole cattoliche sono obbligate ad accogliere gli allievi di cui le famiglie hanno la possibilità di pagare le rette scolastiche. Di conseguenza esiste tutta una folla di bambini e di giovani che non hanno alcuna possibilità di accesso nemmeno al primo grado di istruzione
 
LA SITUAZIONE ECONOMICA
 
Il mestiere della popolazione è di una estrema diversità. Ci sono dei piccoli rivenditori, dei piccoli commercianti, impiegati il cui ricavato non permette loro di sovvenire ai bisogni vitali della famiglia in maniera stabile.
Gli introiti di conseguenza sono instabili e precari. Essi sono qualche volta nella impossibilità di far studiare i loro figli. A maggior ragione è evidente che non hanno soldi per curarsi quando sono malati. Senza parlare della difficoltà quotidiana nel trovare da mangiare.
 
LA SITUAZIONE FAMILIARE
 
Il fenomeno più triste è l’assenza di legami stabili al livello familiare. Secondo degli studi statistici il 66% delle famiglie non hanno un legame stabile, ma una analisi più approfondita rivela che la disaffezione su questo piano è crescente. Questo si spiega con una grave situazione di povertà, di mancanza di lavoro e per una certa mentalità che non considera come importante il legame familiare. Inoltre la donna è considerata (e si considera ella stessa )in funzione della procreazione. Si assiste alla disgregazione del nucleo familiare, all’abbandono della parte dell’uomo dei suoi figli e della moglie la quale è obbligata a gestire da sola la famiglia. Tutto questo genera una situazione di grave povertà, l’abbandono scolastico, l’assenza di preoccupazione educativa, la prostituzione delle giovani e delle loro madri. Si vive di espedienti al mercato, alla stazione dei taxi brousse e in giro per la città.
Nel fatto che gli uomini abbandonano facilmente la famiglia si vede sia una totale mancanza di maturità sul piano affettivo, sia la ricerca di lavoro altrove. Ma più spesso essi non rientrano più a causa della vergogna che hanno nel non essere capaci di assicurare alla famiglia una vita accettabile.
Come conseguenza di tutto ciò i ragazzi e i giovani, di cui la maggior parte ignoranti, sono attirati dal ladrocinio, dalla droga, dal vagabondaggio, dalla vita nella strada, dal banditismo, dalla promiscuità sessuale. Le giovani si trovano incinte all’età di 14-15 anni. Molte tra di loro accettano i bambini nella casa dei genitori dove coabitano con un uomo senza raggiungere il matrimonio e dunque la speranza di un legame stabile. Si incontrano così famiglie costituite dalla madre e da diversi figli frutto di unioni successive.
 
SITUAZIONE SCOLASTICA
 
Ci sono molti bambini che lasciano la scuola sia a livello primario sia a livello secondario. Per molti ragazzi la scolarizzazione è tardiva per mancanza di finanziamenti per cui si è obbligati ad assicurare il mangiare e il vestito. Di conseguenza è evidente che questi ragazzi non hanno alcuna motivazione per continuare i loro studi di base a causa della fame e all’impossibilità di comprare il materiale scolastico. La scolarizzazione è valutata à 60%.
 
I GIOVANI
 
Molti giovani superiori ai 15 anni hanno già abbandonato la scuola. Cercano il lavoro ma praticamente bighellonano nelle strade, abbandonati a se stessi e attirati spesso dalla droga, dall’alcool, la prostituzione. Pertanto il desiderio di apprendere un mestiere è vivo presso molti di loro.
Per il fatto che molti ragazzi vivono con la loro madre vedova o celibe o abbandonata dal marito o divorziata, essi sono interamente mantenuti dalla madre che non ha né lavoro né rendite finanziarie. In altri casi, abbandonati dai loro genitori, essi sono presi in carico dai nonni. Nella maggior parte dei casi sono dei ragazzi venuti da famiglie numerose. I loro genitori, là dove c’è un nucleo familiare regolare, con un budget familiare al limite della sopravvivenza, non possono assolutamente sovvenire alle spese scolastiche troppo elevate per essi. La conseguenza è una folla di bambini, giovani e ragazze che non hanno alcuna scolarizzazione e che bighellonano tutta la giornata nella strada.
 
 
SITUAZIONE RELIGIOSA
 
La popolazione di Tuléar comprende 40% di cattolici, 20% di protestanti e 40% di animisti. L’appartenenza alle differenti chiese cristiane e soprattutto alla chiesa cattolica è considerevole. Ma la situazione economica irregolare allontana adulti e piccoli dalla Chiesa e la situazione di abbandono e di povertà condanna allo scarto dalla vita sociale e ecclesiale gli adulti.
Inoltre l’assenza di legami stabili nella famiglia pone gravi problemi tanto per la fede degli adulti che per la fede dei ragazzi e giovani. Da qualche anno l’appartenenza alla Chiesa è fortemente problematica a causa delle diverse sette che pullulano a Tuléar e che propongono una religiosità consolatrice, emotiva con il miraggio di vantaggi economici.
Si assiste anche tra i cattolici praticanti, a una sorte di frattura tra la pratica religiosa e la condotta morale. Gli ambiti più attaccati da questa frattura sono quelli della fedeltà coniugale, della stabilità del legame familiare, della responsabilità di fronte ai figli, del controllo dell’istinto sessuale, dell’alcool, del furto, dell’imbroglio.
 
SITUAZIONE SANITARIA E NUTRIZIONALE
 
Nel 1989 i Salesiani avviano una attività sociale a livello sanitario: il Centro Sanitario del Quartiere. Si comincia innanzitutto con la distribuzione di medicine ai più poveri e le prime cure necessarie. Poco a poco il Centro diventa il punto di riferimento del quartiere. Nel Centro si trovano le medicine più comuni e accessibili a tutti. Il Centro accoglie gratuitamente i più bisognosi.
Il Centro segue da vicino la salute degli operai della Missione (circa 80) e le loro famiglie, tutti gli studenti del Centro don Bosco, della Promozione Femminile e della grande “Scuola Elementare e Media Sacro Cuore di Mahavatse”.
Si nota una malnutrizione cronica in molti bambini (insieme ai loro genitori) e la presenza di malattie frequenti per mancanza di medicine necessarie e elementari.
 
SINTESI DELLA SITUAZIONE GENERALE
Disgregazione del nucleo familiare, abbandono dalla parte dei genitori del loro ruolo educativo.
Donne sole a gestire la famiglia
Conflitto generazionale.
Mancanza di scolarizzazione.
Povertà culturale.
Necessità di creare una nuova aggregazione nei quartieri.
Sradicamento culturale e sociale.
Povertà, mancanza di lavoro e di prospettive di futuro.
Catechesi praticamente inesistente.
Mancanza di veritiera esperienza religiosa e comunitaria in profondità   
Fede concepita solamente come preghiera e canto.
Mancanza di impegno sociale concreto come espressione della fede.
Pratica sacramentale piuttosto superstiziosa.
Mancanza di nucleo familiare significativo.
 
Nord del Magagascar
PROGETTO ACQUA
 

 
EMERGENZA CICLONE A BEMANEVIKY
 
Sono pochi giorni fa il nord dell’isola è stato quasi completamente devastato dalla potenza di un ciclone proveniente dall’oceano indiano.
Una lettera del missionario Padre Rosario Saro Vella che è giunta oggi (23 marzo 2007) alla sede della nostra Fondazione, contiene una descrizione dei disastri provocati dal ciclone e un accorato appello per aiutare la popolazione fortemente colpita da questa tremenda alluvione..
L’acqua resta un bene indispensabile all’umanità, ma molte popolazioni della terra ne lamentano la mancanza. Proprio in questo mese di marzo alcune organizzazioni di solidarietà hanno iniziato una campagna per raccogliere fondi a sostegno delle terre senz’acqua. A volte però, in caso di alluvioni, l’abbondanza di acqua può provocare forti disastri, come è appunto successo in Madagascar. In entrambi i casi (mancanza o abbondanza) l’acqua può generare grandi problemi di sopravvivenza. L’aiuto che la nostra Fondazione chiede rientra in questa campagna per l’acqua. Soprattutto è un aiuto a vantaggio dei bambini del mondo, che in quanto deboli e indifesi sono sempre le vittime più colpite.
 
 
Lettera del missionario salesiano don Vladimiro e richiesta di aiuto
 
Salve,
scusate se vi disturbo, ma sono appena tornato da Bemaneviky, dove mi sono recato domenica scorsa, appena passato il ciclone. Vi allego la lettera di Saro Vella, dove descrive la venuta del ciclone. Vi invio anche alcune foto dell'alluvione che è passata a Bemaneviky. La strada per Ambanja è interrotta, ci ho messo sette ore per arrivare a Bemaneviky, attraversando fango, acqua e fiume. I confratelli stanno bene, l'opera è ormai tutta pulita, grazie agli interni, che hanno lavorato tantissimo in questi giorni, togliendo il fango da tutti gli ambienti, scuola, internato, chiesa, casa comunità, cappella, dispensario, Oratorio, depositi... L'insegnamento a scuola sta riprendendo. Adesso dovremmo vedere cosa fare e come aiutare la comunità che dovrà occuparsi di tutta la regione perché quasi tutte le piantagioni sono state distrutte.
Un caro saluto a tutti voi Vladimiro
 
Rapporto di Père Rosario Saro Vella
Salésiens
Mission Catholique Bemaneviky -  Madagascar
 
Carissimi amici,
La notte tra il 15 e il 16 marzo un ciclone si è abbattuto su tutta la vallata del Sambirano e ha inondato tutta la regione. L’acqua ha raggiunto il livello di circa due metri. 
Cerco di fare a voi una piccola cronaca :
 
Giovedì 15 marzo
Tutto regolare. Solo la radio aveva annunciato che ad Antalaha (più di 350 Km da Bemamenviky) c’era un ciclone che aveva preso la direzione Sud-ovest, quindi nessuna relazione con noi.
Il pomeriggio solo una piccola pioggia e il cielo nuvoloso. I ragazzi sono venuti regolarmente a scuola. Insomma un giorno normale. 
Siamo andati a guardare il fiume Sambirano : il livello dell’acqua molto basso.
 
Venerdì 16 marzo
La notte tra il 15 e il 16 invece una pioggia intensa e persistente.
Alle cinque del mattino le campane della nostra Chiesa suonano. E’ il segnale di allarme. Un gruppo di giovani erano andati a controllare il fiume e si accorgono che sta per straripare… 
In pochissimo tempo tantissime persone si trovano nel cortile. Ci scambiamo i saluti e i sorrisi di incoraggiamento e poi si decide il da fare.  
Pochi minuti dopo tutte le aule, stanze, saloni dei primi piani sono pronti ad accogliere la gente.
L’acqua non tarda a venire e già alle 7 ci arriva al ginocchio. In diversi punti del paese arriva anche alla cintola.
Tutti convergono alla Missione. I più robusti aiutano i più bisognosi e subito si crea un clima di fraternità e di solidarietà tra tutti.
Ci si accorge subito che in questi casi una parola di incoraggiamento, un sorriso, una stretta di mano, un fagotto portato insieme fa tantissimo. 
Un vecchio non vuole lasciare la casa e le sue poche cose. Vado insieme con due dei suoi figli e riusciamo a convincerlo e a portarcelo dietro.
Per la strada del ritorno incontriamo diversi giovani che portano sulle spalle gli anziani. Le mamme hanno in braccio i loro bambini. 
            Faccio un giro per le stanze strapiene. Più di duemila persone. 
Negli occhi di ognuno si può leggere la paura, la preoccupazione, la fiducia, la stanchezza, lo scoraggiamento, :.
Con diversi si intesse una conversazione : chi si dichiara fiducioso, chi pensa ai propri raccolti, chi ha un figlio in un’altro villaggio e non ha nessuna notizia, chi teme per la sua casa, chi guarda il cielo e le sue nuvole, chi rivolge una preghiera spontanea…
Ognuno porta il suo problema e la sua vita. Ritorno dal giro più ricco, ma più carico di problemi : cosa fare ? quanto tempo durerà il ciclone? I raccolti saranno distrutti ? Ci saranno dei morti ? Scoppierà qualche epidemia ? Dove troveremo acqua potabile ? 
            Anche le suore – con tanto coraggio e generosità– si rifugiamo al primo piano insieme con le ragazze interne e subito si dichiarano disponibili ad accogliere gli anziani, le donne incinte e I più bisognosi: 350 persone in pochissimo spazio. 
            Intanto nel villaggio I più robusti cercano di mettere al riparo le cose più preziose e più importanti.
Mettere al riparo - cioè in alto, ma come? – le invenzioni più geniali fanno capolino: corde che pendono dal posto più alto, travi che attraversano il tetto, quattro buoi sono legati ad una corda che attraversa due tetti vicini, due fusti galleggianti sostengono tanto materiale…
 
Ore 10 del mattino di venedì. L’acqua ha raggiunto i due metri, Nei posti più in bassi anche 3 metri. Nessuno più si riesce a muoversi dal suo rifugio. Solo 4 piroghe – pilotate da giovani esperti e coraggiosi - fanno qualche giro per soccorrere qualcuno. In effetti hanno salvato la vita a 6 persone : si erano rifugiate sul tetto delle loro case che poi non hanno retto alla forza dell’acqua e della corrente. Sono state portate subito da noi.
            Ci si ritrova nella incapacità di fare qualcosa, c’è solo la possibilità di comunicare : c’è chi si lamenta, chi prega, chi dice parole di speranze, chi annuncia sventure… Per fortuna la presenza dei bambini (che erano tanti ) rallegrava l’ambiente… Grandezza e bellezza dell’innocenza : c’è chi inventa il modo di giocare, di cantare, di fare uno scherzo al vicino di posto, di fare una domanda sciocca che crea ilarità, chi dorme tranquillamente in braccio alla madre, chi approfitta per recitare le poesie imparate a scuola…
 Insomma il tempo passa, anche se noi adulti cercavamo sempre un punto di riferimento per cercare di capire se l’acqua salita o – speriamo - scendeva… 
Fino alle 18 l’acqua è continuata a salire lentamente, centimetro per centimetro poi si è fermata.
Finalmente alle 21 il livello è cominciato a scendere : il cuore si è rassicurato e la stanchezza faceva chiudere qualche occhio. Dall’edificio di fronte al nostro un gruppo di giovani aveva già improvvisato una corale che continuò per l’intera notte fino al mattino. 
 
Sabato 17 marzo
Verso le sei del mattino un gruppo di giovani fa una perlustrazione nel villaggio : in alcune zone si può rientrare, in altre è meglio attendere.
Alle dieci la maggior parte della gente era ritornata a…casa.
Lascio pensare a voi le emozioni di ognuno nel rientrare nei posti familiari. 
 
Faccio un giro nel villaggio : « coraggio » « ricominciamo » « mettiamoci insieme » « ringraziamo il Signore che ci mantiene in vita » « non sarà un ciclone che ci fermerà ». Sono le brevi frasi che abbiamo sentito e che ci siamo ripetuti reciprocamente. 
Ore 12 ritorno alla missione. 
Chiamiamo a raduno tutti : la comunità salesiana, i nostri 35 ragazzi interni, due famiglie di insegnanti, le suore, le 40 ragazze interne e altri vicini. E’ stato un momento intenso di famiglia : ognuno ringraziava l’altro per la sua presenza e si senza parole si faceva un patto di reciproco aiuto. Poi facciamo i piani di lavoro e di pulizia degli ambienti. Un gruppo penserà alla cucina, un altro ai dormitori, un altro ai pozzi e all’acqua. Parola d’ordine : « ritornare alla vita di ogni giorno ».
Un canto alla Vergine Maria conclude l’incontro.
Decidiamo anche di dare la precedenza alla pulizia della chiesa : domani è domenica e la campana suonerà festosa, questa volta per radunarci e cantare la nostra lode al Signore. 
Ci avviamo alla chiesa, apriamo le porte e subito ci rendiamo conto che un giorno di lavoro non basta. Ritorniamo un po’ scoraggiati.
Per tutta risposta i nostri ragazzi fanno il loro giro e concludono: « Ce la faremo! Per domani la chiesa deve essere pronta »
Scherzosamente scommettiamo due caschi di banane.
 
Domenica 18.
Alle 9 la santa messa in chiesa (scommessa perduta ! Meno male)
Ora – quasi dappertutto l’acqua è partita ma ha lasciato mezzo metro di fango. Le capanne del villaggio hanno subito gravi danni, molte sono adagiate su un fianco, altre bisogna completamente rifarle. 
La cosa che ora si teme sono le epidemie (tifo, colera, dissenterie...) a causa dell’acqua inquinata. Del resto non c’è altra acqua potabile...
 
Lunedì 19 marzo
Cominciano le comunicazioni con gli altri villaggi.
A Morafeno un vecchietto è caduto nell’acqua e vi è rimasto.
A Migioko una famiglia intera è scomparsa. Il padre con il figlio più grande aveva pensato di trasportare un po’ di materiale in un luogo più sicuro. Aveva detto alla famiglia di aspettarlo per poi mettersi tutti in salvo. Quando è ritornato non ha più trovato la casa spazzata dalla corrente. I corpi delle sei persone rimaste saranno ritrovati il giorno dopo. La madre aveva ancora in stretta al petto la figlioletta di due settimane.
A Marotolana una famiglia invece è stata investita da uno smottamento di terra: dieci morti in una sola capanna.
Ad Ambohimarina altre tre persone.
Purtroppo il numero è ancora incompleto.
 
Martedì 20 marzo:
Per “ritornare alla vita di ogni giorno” decidiamo di chiamare i ragazzi della scuola per pulire le aule. Tutti disponibili.
Difficoltà principale: dove buttare i 40 cm di fango di ogni aula? 
Mentre si lavoro ognuno racconta come ha vissuto questo momento.
La scuola è diventata una famiglia.
Il riso o il resto del cibo rimasto in casa è stato portato via dall’acqua. Molta gente è venuta a presentarci il loro problema e con loro abbiamo diviso il nostro cibo. Per fortuna la nostra riserva di riso era stata trasferita dai nostri ragazzi nei primi piani, cosi’ ci è stato possibile venire incontro ai bisogni di tante famiglie.
 
Mercoledì 21 marzo
Facciamo qualche “bilancio”
Le coltivazioni all’80% sono compromesse. Soprattutto il riso sommerso completamente dall’acqua non darà più nessuna speranza di raccolto.
Molti gli animali da allevamento sono morti annegati. Per qualche famiglia era l’unico sostegno. 
Il 20 % delle capanne è crollato. Evidentemente tutte le case hanno subito gravi danni.
Il problema sanitario è preoccupante. Già la nostra Dottoressa Lucie è al lavoro
I bambini sono i più colpiti sopratutto alle vie respiratorie. I problemi intestinali, causati dall’acqua non potabile, cominciano ad emergere, ma – a detta della dottoressa – esploderanno tra qualche giorno.
Si temono delle epidemie e delle malattie.
 
Carissimi amici,
ho cercato di farvi parte della nostra vita e della vita della gente.
Ho scritto ciò che avevo in cuore e vorrei parlare al vostro cuore. E il vostro cuore avrà compreso tante altre cose che sono difficili ad esprimersi.
            Scusa se passo al singolare:
  • Se credi in Dio Amore ringrazialo insieme con noi e offri un po’ della tua preghiera per questa gente.
  • Se credi che ogni uomo è tuo fratello, sentiti anche tu ferito
  • Se dentro senti qualcosa: è la voce di Dio che ti chiama. Mettila in pratica. 
 
Ti auguro Buona Pasqua di Resurrezione. Noi la faremo nei villaggi più colpiti.
 
P. Saro Vella
 
Non so come riuscirò ad inviare questo messaggio-appello a tutte le persone che ci conoscono. Grazie se anche tu puoi comunicarlo ad altri. 
 
 
IL NOSTRO AIUTO.
La Fondazione Mago Sales dice di si alla richiesta di aiuto alla popolazione duramente colpita da questa tremenda calamità e si impegna a raccogliere e inviare quanti più aiuti possibile.
Ognuno può contribuire a questa nuova raccolta fondi. Anche un piccolo contributo in denaro, unito a quello di tanti altri, può portare alla normalità questa parte della nostra terra abitata da tutti noi.
 
Grazie per questo.

La rivolta degli alberi di Natale

Una bella donna in piedi in un bosco con indosso una gonna lunga, una camicetta a quadretti e un gilet di pelliccia parlava dai teleschermi degli Stati Uniti, sotto il titolo: "Il Rockefeller Center ha scelto l'albero".
Sorridendo ai telespettatori diceva: "Un abete del Vermont alto ventiquattro metri sta per diventare quest'anno l'albero di Natale più famoso del mondo. Scelto per la sua maestosa bellezza, venne piantato quasi cinquanta anni fa in un bosco di Stowe. L'arrivo dell'albero al Rockefeller Center quest'anno sarà accolto da un coro di centinaia di alunni provenienti da tutta la città, che canteranno una serie di motivi tratti dalle colonne sonore dei film di Natale. L'abete verrà abbattuto lunedì mattina e quindi trasportato a bordo di un camion e caricato su una chiatta nei pressi di New Haven, da dove proseguirà via mare, attraverso lo Stretto di Long Island, fino a Manhattan".
Nello stesso tempo, in Europa, nelle foreste del Nord e sulle pendici delle Alpi scendeva lemme lemme la neve. Ma non c'era il solito silenzio ovattato. L'aria placida era graffiata da strani lamenti.
"Ahia! Lasciatemi stare!"
"Giù le mani dal mio tronco!"
"Basta! Mi fate male!"
L'irritante angoscioso sibilare delle motoseghe non cessava. Solo una pausa a mezzodì. Uomini che ridevano e scherzavano, poi tutto ricominciava. A sera, sulla neve restavano solo le tracce dei copertoni degli autocarri che erano svaniti verso le città con il loro carico di prede e tanti buchi vuoti nel terreno della foresta, dove poco prima c'erano piccoli e grandi abeti che scherzavano felici con il vento.
L'annuale "mattanza" degli alberi di Natale era incominciata.
In molti paesi del mondo, la scena era la stessa. Alberi di Natale grandi e piccoli venivano innalzati nei Centri Commerciali, negli uffici, nei negozi, nelle case. Mani adulti e mani impazienti di bambini ornavano i rami di fili luccicanti, lampadine, pale colorate, stelle, pacchettini e nastri dorati.
Trattati con tutti gli onori, gli alberi si consolavano un po': dopotutto erano al centro dell'attenzione. Ma poi tutto cominciò a cambiare e gli alberi si trasformarono in oggetti vagamente ingombranti.
Un albero di Natale di Rivoli, Torino, che sentiva i suoi aghi farsi sempre più deboli, vide in televisione il grande albero di Piazza San Pietro a Roma. Raccolse tutte le sue forze e mandò il suo messaggio. Il messaggio era debole, ma raggiunse l'albero di Natale di un centro commerciale di Vercelli, che lo inviò ad un albero di una casa di Abbiategrasso, questo riuscì a farlo arrivare all'outlet di Fidenza e poi, da un albero all'altro, arrivò al grande abete di Piazza San Pietro. I piccioni che sono dappertutto lo dissero ai gabbiani e, di porto in porto, di città in città la voce si sparse dappertutto: "La notte di Capodanno ce ne andremo tutti! Non finiremo in una discarica o ad agonizzare in un giardino!"
"Dove andiamo?" chiese qualcuno.
"Ci nasconderemo da qualche parte. Il mondo è pieno di montagne e di foreste inaccessibili!" rispose a tutti l'abete di Trafalgar Square.
"Ma come faremo?"
Fu l'abete di Piazza San Pietro a trovare la soluzione: "Tutti abbiamo in cima un angelo o una stella. Dite loro di darsi da fare! Puntiamo tutti verso la Croce del Sud!"

Lacrime di resina profumata


La notte di Capodanno, mentre la gente festeggiava e stappava bottiglie di spumante, come una immensa nuvola nera, gli alberi di Natale partirono. I più giovani si divertivano a fare evoluzioni spericolate come Harry Potter sulla sua scopa magica: l'avevano visto alla tv…
Quando angeli e stelle si sentirono stanchi, il grande inconsueto stormo verde atterrò in una zona di acquitrini. Non riuscirono naturalmente a passare inosservati. Una folla di curiosi si radunò sbucando dalla savana. I primi ad arrivare furono i bambini.
Gli alberi di Natale amano i bambini e furono felici di vederli. Ma com'erano diversi da quelli che avevano conosciuto! Questi non avevano guance paffute e pigiamini colorati, morbidi peluches, telefonini, libri illustrati, braccialetti, dolci e torroni. Non avevano proprio niente tranne i grandi occhi sgranati, neanche i vestiti. Nei loro occhi, gli alberi videro solo fame, tristezza e il desiderio infiito di capire.
Il cuore degli alberi di Natale si intenerì. Grosse lacrime di resina profumata cominciarono a scorrere lungo i tronchi. Dopotutto erano stati abbondantemente contaminati dalla Capanna di Betlemme e dalla spirito del Natale.
L'albero di Piazza San Pietro tossicchiò e poi disse, commosso: "Dobbiamo fare qualcosa!"
Come un' improvvisa folata di vento passò tra le chiome degli alberi: "Ssssssssssssssì!"
L'albero di Trafalgar Square tuonò: "Che cosa possiamo fare? Siamo solo legno!"
Un alberello svedese, che tutti chiamavano Ikea replicò: "Con il legno si fanno le cose più importanti del mondo! Per esempio banchi di scuola, lettini, tavoli…."
"Matite!" gridò un alberello piccolo piccolo.
"Carta, quaderni, libri…!"
"…dollari e assegni!" concluse l'albero del Rockefeller Center.
"Cominciamo dai banchi di scuola e dalle matite" propose uno.
"Non vedremo più le montagne…" sussurrò timidamente un altro.
"Ma saremo il futuro per questi bambini!" disse un altro.
"Giusto!" gridarono tutti in coro.
"Ma come facciamo?"
"Ci vuole un falegname, naturalmente" disse l'abete di Piazza San Pietro. "E tutti noi ne conosciamo uno!"
Si alzò un grido solo: "San Giuseppeeeeeeeeee!"
Il buon Giuseppe si affacciò dal cielo. "Che volete?"
"Vieni giù! Con i tuoi attrezzi!"
San Giuseppe arrivò e si mise al lavoro. I primi banchi e le prime matite sono già stati consegnati ai bambini. Tutto quello che gli serve è qualcuno che gli dia una mano.


Ora tocca a noi aiutare gli alberi di natale e San Giuseppe a realizzare questo progetto!
Sarà questo il nostro impegno per i bambini del mondo per i quali abbiamo contribuito a costruire una scuola per aiutarli ad istruirsi. L'istruzione è il più importante mezzo per raggiungere uno sviluppo sostenibile. Ogni tentativo di rafforzare l'economia, di ridurre la povertà e migliorare la qualità della vita può produrre risultati soltanto con una maggior attenzione all'educazione. L'educazione fornisce alla gente le capacità di cui hanno bisogno per partecipare attivamente nella vita economica e nella società.


Proposte di contributo:

- matite e colori euro 5
- quaderni e album da disegno euro 10
- zainetto completo di materiale scolastico    euro 30
- banco di scuola euro 50

Aiutiamo fratel Argese, missionario laico della Consolata, a ricostruire una diga per dare acqua e vita alle 250.000 persone dell’area di Mukululu nel Nyambene, Meru, Kenya.

Da parte di Padre Gigi Anatoloni, msissionario della Consolata e direttore della rivista "Missioni Consolata" di Torino, ci giunge la richiesta di aiutare l'opera fratel Argese, missionario in Africa.

E' questo il secondo progetto "Acqua, un bene prezioso" che la nostra Fondazione si impegna a sostenere per questo nuovo anno 2013.

Pubblichiamo qui di seguito l'interessantissimo articolo di padre Gigi.

Dare acqua

Quarant’anni di un impresa titanica che non finisce mai

Di Gigi Anataloni

Alla fine degli anni Sessanta nella regione vulcanica del Nyambene, Meru, Kenya, i Missionari della Consolata iniziarono un centro per bimbi polio. La polio era epidemica nella zona per mancanza di acqua e igiene. Da subito fu evidente che l’acqua piovana non poteva bastare per le necessità del centro. Occorreva acqua abbondante e continua. Il vescovo di allora chiamò un giovane fratello missionario, Giuseppe Argese, e gli diede un ordine semplice: trova l’acqua. La trovò in un’antica foresta pluviale a 25 chilometri di distanza. La foresta funzionava come una spugna, raccogliendo l’acqua dell’umidità e della rugiada, immagazzinandola nel terreno e restituendola poi goccia dopo goccia.

Piantato il campo a Mikululu, ai margini della foresta, a 2000 metri cominciò i lavori. Da lì partì la prima linea di acquedotto: piantò un vascone per raccogliere le gocce dai mille rivoletti della foresta, pose i 25 chilometri di tubi facendo scavi con zappe e pale, è arrivò a Tuuru, il centro per bimbi polio. Ma l’acqua non era più solo per loro. Tutti volevano acqua in quell’area dove le donne riuscivano a malapena a procurarsene una ventina di litri ogni due o tre giorni. Fu presto necessaria una seconda linea di acquedotto, una rete di punti di rifornimento (le fontane) a cui la gente potesse attingere, un sistema che garantisse la protezione della foresta, un gruppo di lavoratori per la manutenzione. A fine secolo erano 250.000 le persone abbeverate, oltre 250 chilometri l’estensione della rete, milioni i litri di acqua distribuiti ogni giorno.

Il tutto garantito da un lavoro fatto con pazienza, fatto senza grandi macchinari e con il coinvolgimento della comunità locale, con ritmi lenti ma continui. Per una vera rivoluzione sociale. L’acqua ha cambiato la vita. La polio è praticamente scomparsa, sono sorti nuovi villaggi attorno alle fontane, e scuole e centri di salute, e iniziative commerciali. Le donne non passano più la maggior parte del tempo a caccia di acqua, le bambine possono andare a scuola.

Ovviamente la raccolta goccia a goccia non poteva più bastare. L’osservazione e la raccolta dati di anni provava che durante le piogge la quantità d’acqua disponibile era incredibile. Il problema era raccoglierla e immagazzinarla in bacini, di modo da creare riserve per i frequenti periodi di siccità. Sono nate così delle dighe. La prima, a terrapieni costruiti sempre a mezzo di carriole e pale, con tecnologie semplici e collaudate. Poi la seconda, più grande, un bel laghetto nel verde della foresta, capace di garantire una riserva per un mese. Poi… la domanda essendo sempre in crescita, il nostro fratel Giuseppe, ormai non più giovincello ma provato dagli anni e dalla vita dura nella foresta, ha cominciato a sognare la terza diga per una riserva di almeno sei mesi (tenendo conto che anche recentemente ci sono stati periodi di siccità di oltre un anno!). Studiato attentamente il terreno, per valorizzarne al massimo ogni piega, finalmente nel 2011 sono cominciati i lavori, sfruttando al massimo i pochi soldi racimolati con fatica. Il sogno stava diventando realtà. La diga prendeva forma, il nuovo invaso si stava riempiendo, tutta l’acqua disponibile veniva raccolta.

Tutto ok, fino alla notte tra il 12 e il 13 ottobre scorso, quando una pioggia di inaudita violenza, 178 mm in poche ore ha riversato nel nuovo invaso un milione di metri cubi di acqua che hanno spazzato via come un mucchietto di sabbia la diga non ancora perfettamente finita e non completamente assestata. Due anni di lavoro paziente, migliaia e migliaia di euro di lavoro andati in fumo in poche ore. E fratel Giuseppe era a Nairobi, in ospedale, a farsi curare le gambe che ormai fanno fatica a portarlo su e giù per la foresta. A 78 anni non si ha più l’energia dei giovani, anche se il cuore non demorde. Ansietà, sconforto, scoraggiamento hanno tentato il nostro fratello. Con la tenacia dell’uomo di fede, ha ricominciato a lottare pronto a continuare un’opera che sa essere fondamentale per la sua gente. Senza acqua non c’è futuro. Per questo, senza gettare la spugna, è ancora là, solitario sui suoi monti e da là chiama a raccolta amici vecchi e nuovi per completare un’impresa che certamente gli costerà la vita.

Se potete, diamogli una mano a completare il progetto della terza diga, per immagazzinare acqua per almeno sei mesi, che assicuri la vita ad oltre 250.000 persone con almeno 10 litri al giorno a testa, senza contare gli animali, anche nei lunghissimi e sempre

Progetto Kenya Marsabi

Completare la costruzione della scuola secondaria "bishopCavallera" a Karare – Marsabit nel nord del Kenya, al confine con l’Etiopia, nella zona desertica e tremendamente povera del Corno d’Africa.
Costo: € 20.000 circa


 

Referenti
Suore della Congregazione della Consolata, in particolare, si fa riferimento a Suor Serafina, missionaria in Africa.
L’opera di questa missione è anche affidata a don Rinino, prete diocesano di Cherasco

Descrizione della scuola sul territorio
La scuola esiste per aiutare le ragazze dei villaggi più remoti dei deserti del Chalbi e del Kaisut, le ragazze più bisognose.
La "BISHOP CAVALLEREA GIRLS SECONDARY SCHOOL" fu iniziata nel 2004 per volontà e tenacia di Mons. Ambrogio Ravasi allora vescovo di Marsabit e con l'aiuto delle Suore Missionarie della Consolata. L'obiettivo principale è quello di preparare donne leaders che, formate secondo i valori umani e cristiani possono in seguito aiutare le loro comunità a crescere e rinnovarsi nella fede, e vivere nel rispetto di tutte le persone al di là delle differenze etniche, di sesso ecc.
Nella scelta delle ragazze si cerca di privilegiare le più povere, le più bisognose di cure mediche e anche le più povere accademicamente, e questo per sottrarre il più possibile ragazze a matrimoni precoci ed offrire loro un futuro diverso e migliore. Nessuno può immaginare la gioia di queste giovani che vengono da situazioni di assoluta povertà e passano gli esami nazionali con voti che permettono loro di unirsi a quelle più emancipate nelle aule delle università.
La scuola è un convitto. Le 188 studenti sono tutte interne anche perché vengono da villaggi molto lontani. La scuola conta solo otto anni e si trova a a Karare, un villaggio a 20 km sud di Marsabit, un autentico pezzo di savanna, abitato prevalentemente da Samburu e Rendille, ma anche da enormi elefanti.

Lavori necessari al completamento dell’opera
Ci scrive suor Serafina:
“I lavori di costruzione e restauro non sono finiti.

  • L'acqua è il problema numero uno. Pensate che le nostre giovani in tempi normali ricevono circa tre litri di acqua al giorno per la loro igiene personale e il lavaggio dei loro indumenti. L'unica acqua possibile è quella piovana che raccogliamo in serbatoi di metallo di 48,000 litri l'uno. Al momento ne stiamo installando 2 per arrivare a 12, ma solo quando arriveremo a 20 la scuola sarà autosufficiente.
  •  L'elettricità, abbiamo bisogno di più pannelli solari e mulini eolici per poter avere luce ed energia motrice per un normale andamento della scuola.
  • La nostra vecchia landrover ci lascia spesso e volentieri sulla strada dove non c'è rete telematica e possibilità di comunicare. Ne abbiamo bisogno di una nuova, la macchina qui non è un lusso, è una necessità. Quando le ragazze si ammalano dobbiamo portarle a Marsabit, 20 km su una strada tutta corrugata, in una realtà dove il trasporto è quasi nullo ed è impossibile comunicare con cellulari ecc.
  • Sogniamo anche di avere installati qualche computer per iniziare le giovani a questi nuovi strumenti di comunicazione e di lavoro.

In questi anni abbiamo visto i miracoli della provvidenza compiersi in questo compound, siamo grandemente riconoscenti al Signore e a tutti quelli che aiutano nel suo nome. La Missione è di tutti e i modi di compierla sono molti, tutti quelli che l'amore di un cuore appassionato del regno può suggerire”.
Buon Natale!
Sr. Serafina Sergi MC

 

logo-pdf lettera Suor Serafina

Progetto Haiti 2010

EMERGENZA E AIUTO AI BAMBINI DELLA MISSIONE DEI SALESIANIRACCOLTI 185.228 EURO - GRAZIE DAI BAMBINI DI HAITI
TERREMOTO
Oltre due milioni di persone hanno bisogno di aiuto

 

LA FONDAZIONE MAGO SALES NEL MESE DI GENNAIO 2010 AVEVA LANCIATO UN APPELLO URGENTE DI RACCOLTA FONDI PER AIUTI DI PRIMA NECESSITA’ ALLA POPOLAZIONE DI HAITI DURAMENTE COLPITA DAL RECENTE TERREMOTO. A DUE MESI DI DISTANZA ECCO IL RISULTATO DELLA VOSTRA SOLIDARIETA'
 
GIA' RACCOLTI € 65.228 IN DATA 12 - 03- 2010

€ 35.794 - offerte Fondazione mago Sales
€ 16.500 - Parroccchia di Cherasco (Cn)
€ 12.934 - Cena da Eataly

Parte di tali fondi sono stati inviati, alla missione salesiana di Port-Au-Prince, che, pur danneggiata, ha già attivato, al suo interno una struttura di aiuto e prima accoglienza. Altri ( quelli offerti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo) serviranno per la ricostruzione di una casa salesiana.

PROGETTO 2011
Costruzione a Cap Haitien di una scuola primaria “Réfection de la torture”, con un preventivo di spesa di 254,100 USD (pari a quasi € 200.000).
Richiesto e in gran parte sponsorizzato dal gruppo: Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo

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Mago Sales tra i ragazzi gioiosi della citè du soleil ad Haiti – Port-Au-Prince nell’anno 2001.
A dieci anni di distanza, una immane tragedia sembra aver cancellato l’inno di vittoria di questi giovani.
Eppure non dobbiamo lasciarci cadere le braccia, ma dare capacità di rinascita, ricostruendo un pezzo di questa oasi di pace gestita dai salesiani.
Ognuno deve… in tanti si può

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È possibile offrire sostegno attraverso i seguenti canali, con causale Emergenza Haiti.

  • Versamento su conto corrente postale n 42520288,   intestato a Fondazione Mago  Sales  Onlus, via   Bioletto, 20 – 10098 Rivoli (To).
  • Bonifico bancario conto Intesa san Paolo -  IBAN IT 73 X 03069 30530 100000061253
  • Donazioni on line dal pulsante donazioni del sito


Messaggio di padre Attilio Stra da Haiti
Carissimo Don Silvio,
vorrei tanto potervi guardare negli occhi (nel cuore!) e dirvi GRAZIE!
In questi terribili momenti in cui tutto un passato è distrutto e non si vede ancora nessun avvenire... è tanto importante sentirsi tenere per la mano, avere qualcuno a fianco che guarda nella stessa direzione... Don Bosco ci diceva "Guarda alto! guarda lontano!" e... sempre avere la fede/sicurezza di essere nel cavo della mano di Dio!
1- Io sono ancora a Santo Domingo dopo quel tragico 12 gennaio ... il cui Dio mi ha miracolosamente salvato tra il mucchio di macerie... Non mi chiedo tanto: Come? ... e' il suo mestiere di fare miracoli! Ma spesso mi domando: "Perché?..."
Ferite... già quasi guarite, ma sopratutto la schiena, con una vertebra "un po' rotta" e altre "troppo vecchie!!!" Sono legato in un gran busto (come un salame!) che e' scomodo ma mi e'  tanto utile! .... e faccio grandi progressi...
Grazie per la raccolta fondi a vantaggio dei bambini di Haiti...vorrei tanto ringraziare personalmente tutti questi Benefattori generosi e solidali... il vostro nome, forse sconosciuto da me, e' scritto a caratteri di vita nel cuore di questi poveri Ragazzi/zze di strada...

 

 

MASONRY WORK & VAPOUR BARRIER

Progetto Palestina

Borse di studio per giovani palestinesi universitari a Gerusalemme

 

Da due anni la nostra Fondazione sostiene agli studi 10 giovani palestinesi presso l’università di Gerusalemme.
Il costo per ogni sostegno a distanza è di € 1.500 all’anno. Referente del progetto padre Jaque Amatteis, salesiano e segretario del Nunzio apostolico a Gerusalemme.
Per questo progetto non abbiamo sponsor diretti, per cui la Fondazione attinge il contributo dai fondi generici di solidarietà. Auspichiamo di trovare presto benefattori che si prendono cura di questo progetto, che riteniamo sia fonte di grande gratificazione umanane spirituale. Ogni sponsor riceverà informazioni dei giovani con schede, curriculum e “pagelle scolastiche”.
Ognuno, poi può continuare a contribuire, secondo la proprie necessità, perché questo progetto possa essere continuato. Anche una piccola cifra, unita a quelle di tanti, può aiutarci a realizzare la promessa fatta ai giovani di quella terra che stà nel cuore di tanti di noi. Vi ricordiamo di scrivere sul bollettino postale o nel foglio del bonifico per la banca la seguente motivazione della vostra offerta: PROGETTO PALESTINA

 

 

MASONRY WORK & VAPOUR BARRIER

Progetto Corno d'Africa

PROGETTO CORNO D'AFRICA
(Emergenza cibo)


 

inizio progetto: Agosto 2011
BILANCIO DELLA RACOLTA FONDI (dall’8 agosto al 6 settembre 2011)
Fino ad ora sono stati raccolti:  € 8.029,94  così suddivisi:

  • € 4.316,00 beneffattori vari
  • € 2.233, 74 Manifestazione dello Smils Show a Cherasco
  • € 1.479,20 Spettacoli mago Sales nelle parrocchie

Tale somma è stata raccolta in un solo mese: dall'8 agosto al 6 settembre ed è al netto (sono state detratte le spese e i costi relativi all’organizzazione delle varie manifestazioni).
Grazie per il vostro aiuto, di tanti, di tutti.
Varie organizzazioni stanno appoggiando la Fondazione nel dare vita a interessanti manifestazioni per raccogliere fondi per questa emergenza.
Ad esempio l'Associazione "Uribe" di Caselette (To) ha organizzato per la sera del 15 ottobre 2011 uno spettacolo, il cui incasso andrà interamente per sostenere questo progetto umanitario.
La raccolta continua con urgenza
 E’ necessario portare cibo fino a Febbraio 2012. Urgenza è non far morire le persone, quelle persone, con un loro nome e una loro storia.
Gli aiuti, come è già stato proposto, verranno dati ad una organizzazione che da anni già agisce nel sud dell’Etiopia e nel nord del Kenya: i missionari Salesiani, pronti a garantire i necessari soccorsi e sostenere le attività di emergenza.

Vi ricordo che:

  • Con 25€ assicuri il trattamento di purificazione 5000 litri di acqua
  • Con 50€ fornisci acqua potabile a 20 persone per 1 settimana
  • Con 100€ offri da mangiare a 3 famiglie di 5 persone per 1 mese
  • Con 500€ regali un trattamento nutrizionale contro la malnutrizione a 60 bambini

SITUAZIONE DEL CORNO D’AFRICA
Situazione drammatica
La situazione è drammatica. Sono milioni le persone colpite da siccità e carestia.
Sono 3 milioni le persone che rischiano di morire di fame in Somalia. In Etiopia, specie nella regione dell'Ogaden, si calcolano attorno ai 4 milioni le persone che hanno estremo bisogno di cibo. In Kenya, l'insicurezza alimentare interessa 3,5 milioni di persone. Oltre 10 milioni di persone nel Corno d'Africa stanno combattendo contro lo spettro della fame.
Circa 1.300 rifugiati somali arrivano ogni giorno nei campi profughi di Dadaab, nella regione nord-orientale del Kenya. Fuggono dalla fame e dalle conseguenze di lunghi anni di guerra civile. Da settimane, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur), che gestisce i tre campi di Dagahaley, Ifo e Hagadera, sta lanciando appelli alla comunità internazionale perché intervenga con aiuti umanitari.
 Le ong parlano di "tragedia umanitaria", di "carestia del secolo". Anche il Papa ha chiesto una mobilitazione internazionale.

Cause di questa povertà
Le cause non sono da addebitarsi unicamente al clima e alla mancanza di piogge,
Don Gigi, missionario Della Consolata e direttore della rivista. “Missioni Consolata”, che ha passato gran parte della sua vita in Kenya, afferma che le cause della povertà nel corno d’Africa sono soprattutto di tipo sociale, dovute a scelte politiche ben definite: ad esempio: la mancanza di strade e di comunicazioni fa salire il costo del cibo che scarseggia in determinate aree (Il mais è passato da 40 centesimi a 1,50 euro. A Nairobi, l’acqua costa 1 Euro ogni venti litri). In politica la corruzione è ai massimi livelli: si comprano i voti, si fomenta la violenza tra le varie tribù. Il più delle volte i soldi della solidarietà internazionale non arrivano ai poveri. Vanno nelle tasche di pochi e i politici non fanno nulla. Speculano in borsa.
Guadagno mensile medio di un operaio o insegnante è di 65 Euro al mese
Con un simile salario di sussistenza, non ci si può ammalare, nè mangiare tre volte al giorno, né prendere il treno o l’auto. Il povero diventa sempre più povero.
I poveri, per mancanza di cibo, diventano passivi, apatici, non hanno più interessi. I grandi non sono più capaci a reagire allo sfruttamento. I bambini sono bloccati nella crescita intellettuale. La fame diventa un business; con questa situazione di forte precarietà si sottomettono i poveri.

Una tragedia che colpisce anche noi
Non si può restare indifferenti di fronte alla fame di tanti figli di Dio, soprattutto bambini.
Don Silvio ha visto e conosciuto la povertà dei suoi figli e ci dice: “Il povero per essere vivo deve avere un nome, deve essere davanti a te. Non può restare un numero. Quando leggiamo che 15 milioni di esseri umani soffrono la fame, il povero diventa un povero tra i tanti, mescolati in questa anonima statistica che, troppo facilmente, ci lascia indifferenti.
I poveri hanno sempre un nome: Ester è una bambina di 9 anni, ancora al primo ciclo delle elementari. bocciata, perché ha la pancia vuota; Rachel è una ragazzina di soli 9 anni, venduta dai propri genitori e fatta sposare in cambio di due capre; Bosco è un bambino soldato, rapito dal suo villaggio, ora ostaggio di un gruppo di ribelli. Alla sera si addormenta. Guarda una stella in cielo e dice: “ In una parte di questo mondo, ci sarà qualcuno che pensa a me”.
Una bambina, al termine di uno spettacolo del mago Sales, gli da 1 Euro e dice: “Te li do per Rachel, per Ester, per Bosco per i tuoi bambini in Africa.
La raccolta è iniziata.

Il povero non è un numero (15 milioni di persone soffrono la fame nel Corno d’Africa). è sempre un nome e se questo nome lo conosci non puoi restare indifferente

La nostra partecipazione attiva

La Fondazione Mago Sales non può e non si è tirata indietro di fronte a questa tragedia dell’umanità.

Se una parte dell’umanità (anche minima) soffre… tutta l’umanità soffre.

Il mago Sales, all’inizio dell’estate aveva lanciato un appello per una raccolta fondi da destinare a missionari che lavorano sul territorio.

 

Per offerte
Bollettino postale C/C 42520288
FONDAZIONE MAGO SALES ONLUS
Via Bioletto, 20 - 10098 Rivoli (TO)
Bonifico Bancario
IBAN:  IT73X0306930530100000061253
BIC: BCITITMM
Fondazione Mago Sales onlus
(sia dall'Italia che dall'estero)

 

 

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